Data:
26/04/2002 0.20.55
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Magari potessimo [lett. o se?] salire su una vetta cos? alta [talem] dalla quale poter ammirare l'intero globo terrestre, ai nostri piedi. Ti mostrerei, allora, di tutto il mondo, popoli che distruggono popoli e regni che abbattono regni; e (ti mostrerei) che non solo l'esercito di Serse, ma l'intera l'umanit? [homines totius mundi], che in questo momento [nunc, ora] vive (sulla terra), in un breve lasso di tempo non ci saranno (pi?) [defuturos, da "desum"]. Ma le parole (sermo) sono vinte dalla grandezza del mistero [rei: evidentemente, del fluire del tempo], e tutto ci? che diciamo ? povera cosa [minus]. Ti accorgi mica della tua infanzia, della tua fanciullezza, della tua giovinezza, della tua vecchiaia [lett. di quando eri (sei diventato) piccolo?; il senso ? che il tempo scorre veloce, senza che ce ne accorgiamo]? Moriamo (lentamente) ogni giorno, ogni giorno siamo soggetti a cambiamenti [del fisico e dell'animo, verso l'invecchiamento, s'intende], e tuttavia ci crediamo immortali. Passiamo il tempo a scrivere e rispondere, le nostre lettere solcano il mare, come su una sicura nave, (mentre invece) ad ogni singolo flutto perdiamo un attimo di vita [lett. i momenti della nostra esistenza diminuiscono: il paragone, caro all'antichit?, ? dell'uomo che attraversa la vita come una barca attraversa il mare].
Trad. Bukowski
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