Data:
27/04/2002 14.40.45
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Traduzioni sotto gli originali.
Livio, Storia di Roma, VIII, 38 passim Iam uiris uires, iam ferro sua uis, iam consilia ducibus deerant, cum subito Samnitium equites, cum turma una longius prouecta accepissent impedimenta Romanorum procul ab armatis sine praesidio, sine munimento stare, auiditate praedae impetum faciunt. quod ubi dictatori trepidus nuntius attulit, 'sine modo' inquit, 'sese praeda praepediant.' alii deinde super alios diripi passim ferrique fortunas militum uociferabantur. tum magistro equitum accito 'uides tu' inquit, 'M. Fabi, ab hostium equite omissam pugnam? haerent impediti impedimentis nostris. adgredere, quod inter praedandum omni multitudini euenit, dissipatos + raros equis insidentes, raros, quibus ferrum in manu sit, inuenies + equosque dum praeda onerant, caede inermes cruentamque illis praedam redde. mihi legiones peditumque pugna curae erunt; penes te equestre sit decus.'
Ormai agli uomini venivano meno le forze, alle spade la tempra abituale, ai comandanti le idee: quand'ecco che all'improvviso i cavalieri sanniti, appreso da un loro squadrone spintosi pi? avanti che le salmerie romane si trovavano lontane dagli uomini armati e non erano protette da guarnigioni o da dispositivi di difesa, si gettarono all'assalto spinti dall'avidit? di bottino. Quando un messaggero trafelato rifer? la cosa al dittatore, questi disse: ?Lasciate pure che si appesantiscano con la preda?. Arrivarono poi altri messaggeri e altri ancora, a riferire che i nemici stavano saccheggiando e portando via i beni dei soldati. Allora, convocato il maestro di cavalleria, gli disse: ?Ma non vedi, o Marco Fabio, che i cavalieri nemici hanno smesso di combattere? Sono rimasti invischiati alle nostre salmerie. Aggrediscili mentre sono dispersi, come tutti i soldati occupati a razziare! Ne troverai pochi in sella, pochi con la spada in pugno. Mentre stanno caricando di bottino se stessi e i propri cavalli, massacrali, inermi come sono, copri di sangue il loro bottino. Io mi occuper? delle legioni e delle manovre dei fanti: sia tuo l'onore della battaglia equestre!.
Livio, Storia di Roma, III, 17 passim 'Si uos urbis, Quirites, si uestri nulla cura tangit, at uos ueremini deos uestros ab hostibus captos. Iuppiter optimus maximus, Iuno regina et Minerua, alii di deaeque obsidentur; castra seruorum publicos uestros penates tenent; haec uobis forma sanae ciuitatis uidetur? Tantum hostium non solum intra muros est sed in arce supra forum curiamque; comitia interim in foro sunt, senatus in curia est; uelut cum otium superat, senator sententiam dicit, alii Quirites suffragium ineunt. Non quidquid patrum plebisque est, consules, tribunos, deos hominesque omnes armatos opem ferre, in Capitolium currere, liberare ac pacare augustissimam illam domum Iouis optimi maximi decuit? Romule pater, tu mentem tuam, qua quondam arcem ab his iisdem Sabinis auro captam recepisti, da stirpi tuae; iube hanc ingredi uiam, quam tu dux, quam tuus ingressus exercitus est. Primus en ego consul, quantum mortalis deum possum, te ac tua uestigia sequar.'
Se la situazione in cui versa la vostra citt?, o Quiriti, non desta in voi la bench? minima preoccupazione, abbiate almeno rispetto dei vostri d?i finiti in mano al nemico! Giove Ottimo Massimo, Giunone Regina e Minerva, insieme a tutte le altre divinit?, si trovano in stato d'assedio; un campo di schiavi circonda i vostri Penati. Vi sembra questa una condizione normale per una citt?? Abbiamo torme di nemici dappertutto: non solo all'interno delle mura, ma anche sulla cittadella e al di sopra del foro e della curia. Nel frattempo il popolo ? riunito in assemblea nel foro, mentre nella curia ? in corso una seduta del senato: come in pieno regime di pace, i senatori stanno esprimendo la loro opinione e gli altri Quiriti vanno al voto. Non sarebbe giusto che tutti insieme, patrizi e plebei dal primo all'ultimo, e consoli, tribuni, uomini e d?i unissero le proprie forze e, una volta armati, corressero in Campidoglio per riportare pace e libert? nella venerabile dimora di Giove Ottimo Massimo? O padre Romolo, infondi nei tuoi discendenti quell'energia inesauribile con la quale un giorno riconquistasti la cittadella finita nelle mani di questi stessi Sabini con l'inganno dell'oro! Ordina loro di seguire la via percorsa dalle tue truppe con te al comando! Ecco, io che sono il console, sar? il primo - per quel poco che un mortale pu? nell'emulare un dio - a seguire te e le tue orme!.
Trad. database progettovidio
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