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29/04/2002 3.04.38
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MEGARA Essendo partito Ercole, su ingiunzione del re Euristeo, per catturare il cane a tre teste [Cerbero; lett. ad canem? alla volta del ?], Lico - figlio di Nettuno - credendolo morto - ord? d'ucciderne la moglie, Megara, figlia di Creso, e i due figli Terimaco e Ofite, e infine d'occupare il regno. Ercole torn? al momento opportuno e uccise Lico; ma poi, a causa di un attacco di follia, procuratogli da Giunone, fu lo stesso Ercole ad uccidere Megara e i figli Terimaco e Ofite. Rinsavito [postquam suae mentis compos est factus], domand? all'oracolo di Apollo un responso sul modo in cui poter espiare [o: purificarsi da] quella nefandezza. Ma Apollo si rifiut? di concedergli il responso: al che, Ercole - infuriato - trafug? dal tempio sacro [de fano] il suo [di Apollo] tripode, che poi restitu?, su ordine di Giove, insistendo che quegli [Apollo] - contrario [nolentem, che non voleva] - pur gli desse il responso. Per questa ragione, Ercole fu dato come schiavo alla regina Onfale, da Mercurio.
AETHRA Nettuno ed Egeo, figlio di Pandione, fecero all'amore, una notte, con Etra, figlia di Pitteo, nel tempio di Minerva. Il figlio sarebbe nato da quell'incontro amoroso [lett. da lei], Nettuno lo assegn? ad Egeo. Costui, dovendo lasciare Trezene, alla volta di Atene [lett. ? tornava da Trezene ad Atene], sotterr? sotto una roccia la propria spada e, fatto ci?, ingiunse ad Atrea di fargli pervenire [ad Atene] chiunque fosse riuscito (con le proprie forze) a sollevare il masso e a raccogliere la spada del padre: quello avrebbe costituito un indizio in base al quale egli [Egeo] avrebbe riconosciuto il figlio. E cos?, dopo un po' di tempo, Atrea partor? Teseo, il quale - divenuto giovinetto - viene edotto dalla madre [lett. la madre indica? e gli mostra?] riguardo le indicazioni di Egeo, e gli mostra la pietra [sotto la quale era stata sepolta la spada]: doveva disseppellirne la spada (sollevando il masso). (Ci? fatto,) gli ordina di recarsi ad Atene, da Egeo, (suo padre): Teseo uccise tutti coloro che gl'intralciavano (ostilmente) il cammino [la strada che portava ad atene era infestata da mostri e giganti].
Tradd. Bukowski
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