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...:::Bukowski:::...
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cicerone familiares
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Data:
25/05/2002 3.17.06
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Cicerone, Familiares, XI, 25
M. CICERO S. D. D. BRUTO.
Exspectanti mihi tuas quotidie litteras Lupus noster subito denuntiavit, ut ad te scriberem, si quid vellem. Ego autem, etsi, quid scriberem, non habebam--acta enim ad te mitti sciebam, inanem autem sermonem litterarum tibi iniucundum esse audiebam--, brevitatem secutus sum te magistro. Scito igitur in te et in collega spem omnem esse. De Bruto autem nihil adhuc certi; quem ego, quemadmodum praecipis, privatis litteris ad bellum commune vocare non desino: qui utinam iam adesset! intestinum urbis malum, quod est non mediocre, minus timeremus. Sed quid ago? non imitor laxvnism?n tuum: altera iam pagella procedit. Vince et vale.
Cicerone saluta il suo carissimo Bruto. Il nostro (caro) Lupo mi invoglia [denuntiavit? si quid vellem: ricordati che, nello stile epistolare, il perf. (per azione "puntuale") si rende col presente] a scriverti, mentre io sono (invece) in attesa delle tue lettere, ogni giorno. Io, per me (autem), (ti scrivo) sebbene non abbia [haberem; ricordati ancora lo "scivolamento" dei tempi nello stile epistolare: anche l'imperfetto (per azione "durativa") vuole il presente] nulla da comunicarti - so infatti che i resoconti ti sono stati inviati e so altres? per sentito dire [audiebam; l'espressione ? idiomatica] che non gradisci il vuoto stile epistolare (fine a se stesso) [Cicerone vuol dire che Bruto non apprezza lettere vuote di contenuto e piene solo di parole] - sar? conciso [lett. seguo la concisione: di rigore, qui ci vorrebbe, secondo lo stile epistolare, il presente; ma anche il futuro va bene, anzi forse meglio], come tu m'insegni [te magistro; potremmo anche tradurre: secondo/seguendo il tuo esempio]. Sappi dunque che in te e nel tuo "collega" [era presso i Romani chi ricopriva la stessa carica di un altro] ? riposta ogni speranza. Di Bruto [?, ovviamente, un altro Bruto, e non il destinatario] non ho niente di certo; io (comunque), da avventato come sono, non la smetto [non desino] di spingerlo ad una lotta comune con lettere ufficiose [privatis]: ah, magari fosse gi? qui! (Come) temerei di meno il male che corrode dall'interno lo Stato [lett. il male intestino dello?], che non ? da sottovalutare [lett. mediocre]! Ma cosa sto facendo? Non sto perseguendo il tuo (proverbiale) "laconismo" [ovvero, la concisione di cui prima]: gi? un'altra pagina preme [lett. spunta, s'avanza. Cicerone sta dicendo che ha scritto gi? un foglio di lettera, e che tuttavia vuol mantenere la promessa di brevit?: dunque non scriver? oltre]. Fatti valere e stammi bene.
Trad. Bukowski
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