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27/05/2002 21.24.31
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Caro utente, ti invito vivamente a non intasare il forum.
Velleio Patercolo, Storia di Roma, II, 11, 1-2
(1) Bellum deinde Iugurthinum gestum est per Q. Metellum nulli secundum saeculi sui. Huius legatus fuit C. Marius, quem praediximus, natus equestri loco, hirtus atque horridus vitaque sanctus, quantum bello optimus, tantum pace pessimus, immodicus gloriae, insatiabilis, impotens semperque inquietus. (2) Hic per publicanos aliosque in Africa negotiantis criminatus Metelli lentitudinem, trahentis iam in tertium annum bellum, et naturalem nobilitatis superbiam morandique in imperiis cupiditatem effecit, ut, cum commeatu petito Romam venisset, consul crearetur bellique paene patrati a Metello, qui bis Iugurtham acie fuderat, summa committeretur sibi. Metelli tamen et triumphus fuit clarissimus et meritum ex virtute ei cognomen Numidici inditum.
XI. La guerra che segui contro Giugurta fu condotta da Q. Metello, a nessuno secondo degli uomini della sua generazione. Fu suo luogotenente C. Mario, di cui abbiamo detto, nato da famiglia di rango equestre, rozzo e incolto, dalla vita irreprensibile, quanto eccellente in guerra, tanto pessimo in tempo di pace, smoderatamente desideroso di gloria, insaziabile, senza controllo alcuno e sempre turbolento. Servendosi di appaltatori d'imposte e di altri che avevano affari in Africa, accus? per mancanza d'energia Metello, che trascinava la guerra ormai da tre anni, per la sua superbia, innata nella nobilt?, e per la sua brama di restare sempre in posizione di comando; e tanto fece che, chiesta una licenza e recatosi a Roma, fu eletto console e gli venne affidato il comando supremo della guerra ormai quasi condotta a termine da Metello, che per due volte aveva sconfitto Giugurta in campo aperto. Ci? nonostante veramente splendido fu il trionfo di Metello e gli fu dato quel soprannome di Numidico che la sua lealt? e il suo valore gli avevano guadagnato.
Trad. BUR
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