Data:
06/06/2002 0.55.26
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Il III libro del De finibus non ce l'ho in digitale, tuttavia ho trovato il testo specifico che ti serve. Ti avviso, inoltre, che la presente traduzione ? stata inviata anche ad un'altra utente che ha formulato la tua stessa identica richiesta. Saluti.
Cicerone, De Fin. 3. 75-76 (Maturit? classica 1979) [traduzione sotto l'originale latino]
Quam gravis, quam magnifica, quam constans conficitur persona sapientis! Qui, cum ratio docuerit, quod honestum esset, id esse solum bonum, semper sit necesse est beatus vereque omnia ista nomina possideat, quae irrideri ab inperitis solent. Rectius enim appellabitur rex quam Tarquinius, qui nec se nec suos regere potuit, rectius magister populi (is enim est dictator) quam Sulla, qui trium pestiferorum vitiorum, luxuriae, avaritiae, crudelitatis, magister fuit, rectius dives quam Crassus, qui nisi eguisset, numquam Euphraten nulla belli causa transire voluisset. recte eius omnia dicentur, qui scit uti solus omnibus, recte etiam pulcher appellabitur (animi enim liniamenta sunt pulchriora quam corporis), recte solus liber nec dominationi cuiusquam parens nec oboediens cupiditati, recte invictus, cuius etiamsi corpus constringatur, animo tamen vincula inici nulla possint. Nec expectet ullum tempus aetatis, ut tum denique iudicetur beatusne fuerit, cum extremum vitae diem morte confecerit, quod ille unus e septem sapientibus non sapienter Croesum monuit; nam si beatus umquam fuisset, beatam vitam usque ad illum a Cyro extructum rogum pertulisset. Quod si ita est, ut neque quisquam nisi bonus vir et omnes boni beati sint, quid philosophia magis colendum aut quid est virtute divinius?
Quanto austera, quanto magnifica ? la persona del sapiente, e di quanta coerenza ? fatta! E quando secondo ragione abbia appreso che ? bene solo ci? che ? onesto, ne consegue necessariamente che egli sia sempre beato e possegga tutte queste doti, che di solito sono irrise dagli ignoranti. Re, infatti, sar? chiamato pi? giustamente che Tarquinio, che non seppe frenare n? s? n? i suoi, maestro del popolo (egli ? infatti dittatore) pi? giustamente che Silla, che fu maestro di tre funesti vizi, la lussuria, l'avidit?, la crudelt?, ricco pi? giustamente che Crasso, il quale, se non fosse stato spinto da brama, mai avrebbe voluto passare l'Eufrate per nessuna ragione di guerra; tutte le lodi saranno conferite giustamente a lui, che solo tra tutti sar? anche chiamato bello (i lineamenti dell'animo, infatti, sono pi? belli di quelli del corpo), giustamente egli solo sar? chiamato libero e non sottomesso al dominio di alcuno n? soggetto alla cupidigia, giustamente invitto, perch?, anche se il suo corpo fosse saldamente legato, nessun legame potrebbe essere imposto al suo animo. E neppure aspetti alcun tempo di et?, perch? infine si giudichi se egli sia stato beato, quando abbia chiuso con la morte la vita, come non saggiamente quello dei sette saggi ricord? a Creso; infatti se mai fosse stato beato, avrebbe fino a quel rogo eretto da Ciro, portata a termine beata la vita. E se ? cos?, che nessuno uomo ? beato se non ? buono e tutti sono beati, se buoni, che cosa deve essere esercitata pi? della filosofia, che cosa ? pi? divina della virt??
Trad. D'Agostino.
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