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Mittente:
Bukowski
Re: cicerone.(grazie) ps-entro venerd   stampa
Data:
05/07/2002 10.39.36




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Davvero complimenti per la versioncina!!

Cicerone, Verrine, I, 1-3

[3] E ora, tali sono i pensieri di (quest') uomo [lett. questo pensa l'uomo?; l'uomo, come si evince dal seguito, ? ovviamente Verre] oltremodo sfrontato [audacissimus] e (altres?) decisamente folle [a pensare, intende Cicerone, di salvarsi]: (egli) ? consapevole [intellegit] che io giungo a (questo) processo [in iudicium] cos? [ita?] preparato e attrezzato (di prove schiaccianti da ribaltargli contro) che [? ut] imprimer? [defixurus sim] non solo nelle vostre orecchie, ma anche negli occhi di tutti (coloro che prendono parte al processo) i suoi furti e i (suoi) crimini. (Egli) scorge molti senatori chiamati [lett. esse] a testimoni [testis = testes] della sua impudenza; vede (altres?) molti cavalieri romani, oltre a numerosi [frequentis = -es] cittadini [civis = - es] e provinciali [socios], contro i quali [quibus, dat. svantaggio] egli aveva indirizzato le (sue) gravi [insignis = -es] infamie; vede, infine, esser (qui) convenute, investite di pubblica autorevolezza [cum publicis auctoritatibus], numerose [tot] e altrettanto importanti [gravis = -es] delegazioni di popoli (a noi) molto uniti (politicamente).
Sebbene le cose stiano in questo modo, egli (tuttavia) ha cos? in pessima stima tutte le persone oneste [bonis], considera fino a tal punto viziati e decaduti/corrotti [profligata] i tribunali [iudicia] senatoriali, che va ripetendo spesso [dictitet] di sentirsi quasi "costretto" alla corruzione [lett. di essere avido di denaro non senza motivo], dato che ha avuto modo di sperimentare [experiatur] che soltanto nel denaro consiste il (vero) aiuto: e (ripete spesso) d'aver (effettivamente) comprato - cosa davvero difficile! - la data [tempus] stessa del suo processo, fatta la qual cosa [quo, lett. da cui] poter, in seguito, comprare pi? facilmente tutto ci? che vien dopo [cetera, le altre cose: giudici, avvocati?]; tal che, poich? non riusciva a sottrarsi in alcun modo alla forza probante [vim] dei (suoi) crimini, evitasse (almeno) la difficile situazione [procellam, figurato; lett. tempesta] di (quel) momento.
Dato che [quod] se egli avesse nutrito una qualche speranza non solo nel processo (in s? per s?) [cio?, senza viziarlo di corruzione], ma almeno in qualche onesto aiuto, o nella facondia o influenza di qualche (avvocato), certamente [profecto] non avrebbe raccolto, e non sarebbe andato in cerca [aucuparetur], di tutte queste (perverse) "scorciatoie" [lett. haec, cose; intendo: scorciatoie di corruzione?]; ed egli non sdegnerebbe [despiceret] e non disprezzerebbe [in realt? i due termini sono praticamente sinonimi] l'ordine senatorio a tal punto [usque eo?] da [?ut] "pizzicare" [deligeretur], a proprio arbitrio, (un membro) del senato [ex senatu, partitivo], per farlo diventare un accusato [qui reus fieret; si potrebbe intendere come una sofisticata tattica di "ostruzionismo", quella perpetrata da Verre; viene in essa contemplata anche il rimbalzo di accuse ad altri membri del senato stesso, per allungare i tempi del processo e complicare i meccanismi rogatori]; e mentre quello [il senatore accusato] difendeva la (propria) causa [dicere causam, idiomatico] prima di lui [Verre], costui [sempre Verre] nel frattempo poteva ordire [compararet; lett. preparava] ci? che potesse essergli necessario [per procedere alla sua opera di corruzione, evidentemente].
Io francamente [facile], stando cos? le cose, comprendo la sua speranza [quid iste speret] e la sua intenzione [quo animum intendat]; ma di contro [vero] non riesco (proprio) a capire per quale motivo [quam ob rem] egli confida di riuscire a ricavar(n)e [perficere] qualcosa, essendo tale il pretore e tale la giuria [Cicerone, maliziosamente, para avanti l'incorrutibilit? dei membri del processo]. Capisco (perfettamente) solo questo - cosa che (del resto lo stesso) popolo romano argu? [iudicavit] all'atto del rifiuto dei giudici (sorteggiati) [in reiectione iudicum]: (ovvero) che costui nutrisse la speranza [istum fuisse praeditum ea spe] di ordire tutto il (suo) apparato di difesa [omnem rationem salutis; lett. di salvezza] sulla corruzione [in pecunia; lett. nel denaro]; e che, saltato questo espediente di difesa, riteneva che nessun'altra cosa gli sarebbe stata d'aiuto.

[4] Ma (poi) diciamoci la verit? [etenim, per davvero]: qual ingegno cos? grande, quale straordinaria [tanta] abilit? o facondia [copia] oratoria sarebbe (comunque) in grado [possit] di difendere, in qualche modo [aliqua ex parte], la vita di codesto (accusato), viziata [convisctam] da cos? tante colpe e infamie e condannata gi? da tempo [iampridem] dall'opinione pubblica [voluntate iudicioque omnium]? Anche volendo io tralasciare [praeteream] le brutture [maculas] e le infamie dell'adolescenza di costui, la (sua) questura - primo passo della carriera politica [primus gradus honoris] - cos'altro annovera in s? se non (il fatto che):
1- Carbone (? stato) derubato del denaro pubblico dal suo questore;
2- il console (? stato) depredato e tradito;
3- l'esercito (? stato) abbandonato (a s? stesso);
4- stessa sorte per la provincia [lett. la provincia? abbandonata?];
5- i vincoli religiosi [necessitudinem religionemque] (sono stati) violati ?
La legazione di costui [Verre] ha rappresentato la rovina dell'intera Asia e della Panfilia: province nelle quali (Verre) saccheggi? molte case, innumerevoli citt? [urbis = -es] e (praticamente) tutti i templi [fana]; proprio a quel tempo (Verre) rinnov? [renovavit et instauravit, sinonimi], contro Dolabella, quel suo precedente "delitto questorio" [scelus quaestorium], quando rese odioso [adduxit in invidiam] coi propri misfatti e non soltanto abbandon? al suo destino [deseruit] nella sventura [in ipsis periculis], ma addirittura contribu? ad ostacolare e trad?, colui presso il quale [cui] era stato (prima) legato, (quindi) proquestore.
La sua pretura urbana consist? [fuit] (in pratica) nella spoliazione degli edifici sacri e pubblici; e contemporaneamente, nell'amministrazione della giustizia, (essa consist?) nell'aggiudicazione [addictio] e nella donazione dei beni e delle propriet?, (procedimenti) in contrasto con le norme stabilite [contra omnium instituta].
Ma in realt?, i "capolavori" [monumenta] e le prove in assoluto pi? numerose [plurima] e pi? eclatanti [maxima] di tutte le proprie nefandezze (Verre le) realizz? [constituit] nella provincia di Sicilia; (provincia) che costui, per (ben) tre anni sottopose a vessazioni [vexavit] e rovine [perdidit] tal che [ut] (a tutt'oggi) ? praticamente impossibile [nullo modo possit] restituirla al suo prisco splendore [statum, condizione, stato]. E comunque, l'impressione ? [videatur] che (la provincia siciliana) possa rimettersi a posto [recreari] una buona volta [aliquando], sebbene non completamente [aliqua ex parte, per qualche parte], soltanto attraverso un periodo di molti anni [per + acc. tempo continuato] e l'operato di pretori onesti [innocentis = -es; per + acc. mezzo animato]. Sotto la sua pretura (infatti) [hoc praetore], i Siciliani non poterono conservare [lett. tenuerunt, non conservarono] n? la propria legislazione, n? i nostri senato-consulti, n? i diritti comuni (a tutti i popoli). In Sicilia, ogni cittadino qualunque [quisque] possiede soltanto quanto o riusc? a sfuggire alla sfacciataggine [imprudentiam] di (quest') uomo decisamente avido e dissoluto, o a essere superfluo [superfuit] alla (sua) [sempre di Verre] (oramai) soddisfatta ingordigia [satietati].

Trad. Bukowski
  cicerone.(grazie) ps-entro venerd
      Re: cicerone.(grazie) ps-entro venerd
 

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