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Bukowski
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09/07/2002 0.52.25




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Cum a quodam discipulo Socrates interrogaretur nonne beatissimum putaret Archesilaum, Perdiccae filium, qui tum potentissimus erat, respondit: "Haud scio quid dicam et quomodo iudicem. Numquam enim cum eo collocutus sum nec qui sint eius mores nescio". Cui discipulus: "Cur haec? Aliter ergo id scire non potes?". "Nullo modo qualis sit homo iudicare possum, nisi quid sentiat audivero". "Tu igitur ne de Persarum rege quidem potes dicere beatusne sit?". "Quomodo ego id possum, cum ignorem quam sit doctus, quam sit bonus?". "Quid? In qua re putas sitam esse beatam vitam? Vel quae putas necessaria esse ad beatam vitam?". "Ego prorsus existimo bonos beatos, improbos miseros esse". "Miserum ergo Archelaum arbitraris esse?". "Nescio utrum beatus an miser sit, cum eum non noverim. At, si iniustus et improbus, certe miser et infelix est".

Interrogato da un [quodam] discepolo - (a riguardo) se non considerava felicissimo Archesilao [ehm? suppongo Archelao], figlio di Perdicca, che a quel tempo [tum] era molto potente - Socrate rispose: "Non saprei [lett. non so; ma preferisco la sfumatura, come dire, "dubitativa"] che dire o secondo quali parametri [lett. quomodo, in che modo, come] giudicar(lo); in effetti [nam] non gli ho mai parlato (di persona) e non conosco affatto [qui "nec" rafforza la negazione di "nescio"] quali siano le sue abitudini". E il discepolo di tutta risposta [lett. al quale, a lui; insomma, a Socrate]: "E che c'entra? [lett. perch??]? Non potresti [lett. puoi; vd. sopra] (venirlo a) sapere in un altro modo, dunque?". "Non posso in alcun modo giudicare che uomo sia [opp. generico: l'indole di un uomo] senza (prima) aver ascoltato [nisi audivero; se non avr? ascoltato] come la pensa [quid sentiat]". "Insomma, tu - neanche [ne? quidem] a riguardo del re di Persia - sei in grado [potes] di affermare se sia felice (o meno)?" "In che modo potrei, se ignoro la sua dottrina e la sua bont? [lett. quanto sia?]?". "Che? Tu ritieni che una vita felice consista in ci? [in ea re]? Ovvero, quali cose tu ritieni necessarie ad una vita felice?". "Io ritengo - in modo perentorio [prorsus] - che i buoni siano felici, e i cattivi infelici". "Dunque, tu consideri Archelao infelice?". "Non so se ? felice o infelice, dato che non lo conosco! Comunque, se ? ingiusto e cattivo, di certo ? (anche) misero e infelice!".

Trad. Bukowski
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