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Bukowski
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Re: piccoli brani
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Data:
23/08/2002 5.56.58
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Scherzi? nessun disturbo, vai tranquillo ;).
Cicerone, Epistulae ad Familiares, XVI, 9 passim [4] reliquum est ut te hoc rogem et a te petam ne temere naviges (solent nautae festinare quaestus sui causa), cautus sis, mi Tiro (mare magnum et difficile tibi restat), si poteris, cum Mescinio (caute is solet navigare), si minus, cum honesto aliquo homine, cuius auctoritate navicularius moveatur. in hoc omnem diligentiam si adhibueris teque nobis incolumem steteris, omnia a te habebo.
Tirone, amico mio, non mi resta che raccomandarti caldamente di [rendo cos? l'endiadi: te hoc rogem et a te petam ne?] affrontare questo viaggio per mare [perifrasi per "naviges"] con (la dovuta) cautela [lego il "ne" a "temere": di non? con sconsideratezza = con cautela] - i marinai son soliti forzare le tappe [festinare] per guadagnar di pi? [causa quaestus sui] - di esser prudente - il mare non ? cosa tua [lett. ti resta, ti riesce ancora?]: cerca di [lett. si poteris, se potrai] affidarti a Mescinio - ch'? un pilota generalmente accorto [lett. egli ? solito?] - o altrimenti [lett. si minus, se non (riesci in ci?)] a qualche altro individuo che onori il suo mestiere [lett. onesto, ovvero che non abbia il vizio di "festinare" per guadagnare], ai cui ordini [auctoritate] risponda [moveatur] l'armatore. Se seguirai questa condotta con scrupolo, in modo da venirne fuori sano e salvo [il "nobis", che ho lasciato intradotto, ? "etico-affettivo", e dunque pleonastico; ? come quando diciamo: stammi bene], mi renderai profondamente felice e soddisfatto [i futuri seguono qui la "legge dell'anteriorit?"; omnia ab aliquo habere ? idiomatico].
Cicerone, Epistulae ad Familiares, III, 8 passim [9] de rebus urbanis quod me certiorem fecisti, cum per se mihi gratum fuit, tum quod significasti tibi omnia mea mandata curae fore. in quibus unum illud te praecipue rogo ut cures, ne quid mihi ad hoc negoti aut oneris accedat aut temporis, Hortensiumque, nostrum conlegam et familiarem, roges ut, si umquam mea causa quicquam aut sensit aut fecit, de hac quoque sententia bima decedat, qua mihi nihil potest esse inimicius.
I ragguagli che mi fornisci [lett. ci? che mi hai riferito; ma preferisco rendere questo perfetto, e i seguenti, seguendo lo slittamento dei tempi tipico dello stile epistolare] a riguardo della situazione a Roma [de rebus urbanis; "res urbanae" = le cose della Citt? = le cose di Roma = la situazione a Roma] mi riescon graditi da una parte [cum?] di per se stessi, dall'altra [? tum] perch? (mi) lasci intendere che ti prenderai personalmente cura di tutte le mie disposizioni. Tra le altre, di una in particolare ti raccomando: di fare in modo che questa mia situazione non si aggravi e non si trascini alla lunga [la trad. lett. sarebbe oltremodo maccheronica: rogo ut cures, ne quid negoti aut oneris aut temporis accedat mihi ad hoc] e di persuadere [roges] Ortensio, se mai ha inteso agire davvero per il mio bene, a lasciar cadere [ut? decedat] anche questa proposta di prorogare di due anni il comando della provincia [perifrasi per "sententia bima" suggerita da IL], proposta rispetto alla quale nulla potrebbe riuscirmi (ora come ora) pi? funesto.
Celso, De medicina, I, passim Commode vero exercent clara lectio, arma, pila1 cursus, ambulatio [...].Commodior est [...] ascensus quoque et descensus cum quadam varietate corpus moveat [...]: melior autem est sub divo quam in porticu; melior, Si caput patitur, in sole quam in umbra, [...]melior recta quam flexuosa. Exercitationis autem plerumque finis esse debet sudor aut certe lassitudo1 quae citra fatigationem sit, idque ipsum modo minus, modo magis faciendum est. [...] Exercitationem recte sequitur modo unctio, vel in sole vel ad ignem; modo balineum, sed conclavi quam maxime et alto et lucido et spatioso. Ex his vero neutrum semper fieri oportet, sed saepius alterutrum pro corporis natura. Post haec paulum conquiescere opus est.
Sono esercizi che giovano particolarmente alla salute [trad. lib. di "commode vero exercent "] la lettura a voce alta [clara], (l'addestrarsi nel)le armi, (il gioco del)la palla, la corsa, il passeggio; (con riferimento a quest'ultimo, esso) ? ancor pi? efficace [lego qui "commodior" e i successivi "melior"]: - (se condotto per) saliscendi, dato che sottopone il corpo ad una certa variet? (di movimento); - se (vien fatto) all'aria aperta [sub divo, sotto il cielo] piuttosto che in luoghi coperti [in porticu]; - se (vien fatto) a capo scoperto; - al sole piuttosto che all'ombra; - (secondo un percorso) lineare piuttosto che tortuoso. Del resto, risultato [finis] precipuo di un esercizio fisico dev'essere un senso di stanchezza e spossatezza, che per? non sfoci in affaticamento [quae citra (senza) fatigationem sit], e dev'esser condotto con minor o maggior lena, a seconda dei casi [modo? modo]. (Sempre a seconda dei casi,) all'esercizio fisico ? bene che segua ora [modo] una (adeguata) frizione (muscolare), (fatta) al (calore del) sole o (di un) fuoco, ora [modo] un bagno, ma in una sala il pi? possibile luminosa [lucido] e spaziosa in altezza e larghezza [et alto? et spatioso]. A rigore, a nessuna delle due (pratiche) conviene sottoporsi sempre, ma il pi? delle volte alternarle [lett. alterutrum, o all'una o all'altra], a seconda dell'esigenza e della complessione del nostro fisico. Dopo queste (pratiche defaticanti) fa bene [opus est] concedersi un po' di assoluto riposo.
Tradd. Bukowski
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• piccoli brani Re: piccoli brani
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