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Mittente:
Bukowski
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Re: Valerio Massimo
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Data:
11/10/2002 18.43.32
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Eh s?, in effetti alcuni passaggi sono contorti?
Valerio Massimo, detti e fatti memorabili, 4.7.ext.1
Il (nostro) animo ? tutto preso a contemplare [haeret in] patrii (episodi di virt?); ciononostante, la purezza morale [candor] (tipica) di Roma c'invoglia a riportare esempi di virt? morale [bene facta] inerenti anche a popoli stranieri [perifrasi per "aliena"]. [Inizia l'episodio]. Damone e Finzia - (due) iniziati al segreto culto pitagorico - avevano stretto tra loro un'amicizia cos? sincera e leale [fidelem] che, volendo Dioniso - (tiranno) siracusano - uccidere uno dei due, e quello [la vittima] avendo implorato di procrastinare l'esecuzione [impetrauisset tempus ab eo, quo prius quam periret?], in modo da porter tornare al suo paese [domum] e mettere ordine alle sue cose - l'altro (amico) non esit? a farsi garante presso il tiranno del suo ritorno. (La situazione era, dunque, la seguente:) la vittima dell'imminente esecuzione si trovava (per il momento) fuori pericolo, mentre l'altro, cui era lecito vivere, si era sottoposto lui stesso (di propria iniziativa) alla scure del boia [lett. a quella?]. Tutti, dunque, e in primo luogo (proprio) Dioniso, attendevano con impazienza [speculabantur] l'esito di una situazione dai risvolti cos? inusitati ed incerti. Poi, essendo oramai prossimo il giorno stabilito (per l'esecuzione), e non tornando ancora il giovane designato [lett. illo] (all'esecuzione stessa), chiunque deprecava la stoltezza dell'incauto garante [ovvero, del giovane ch'era rimasto a fare da garante all'amico]. Di tutta risposta [at], quello ribadiva di non nutrire alcun dubbio [lett. timore] a riguarda della ferma lealt? [constantia] dell'amico. Giunti il giorno e l'ora fissati da Dioniso per l'esecuzione, (puntuale) si present? il giovane che aveva ottenuto la dilazione (della condanna) [precisamente "eam" va riferito ad "hora"]. Ammirato dalla lealt? e dal coraggio di entrambi, il tiranno concesse il perdono e anzi li preg? di accoglierlo, come terzo, nella loro cerchia d'amicizia, a patto di reciproca lealt? e benevolenza. Tale ?, dunque, il valore e la forza dell'amicizia [trattandosi di una domanda retorica che presuppone una risposta fortemente positiva, tanto vale renderla come affermazione]: tale la sua potenza [potuerunt, riferito a "vires"] di ingenerare il disprezzo della morte, di estinguere il desiderio della vita, di ammansire la crudelt?, di mutare l'odio in amore, la pena in grazia! A tale (valore e potenza) si deve tanta venerazione quanto agli dei immortali! Questi ultimi, infatti, preservano la salute pubblica [lett. la costruz. ? al pass.], i primi [i valori dell'amicizia] invece salvaguardano la salute privata, e come i templi sono le sacre dimore degli d?i, cos? gli animi puri e leali degli uomini sono, a loro modo, come dire, gli scrigni dell'amicizia, (scrigni) ricolmi di umana, sacra spiritualit? [sanctu spirito].
Trad. Bukowski
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• Valerio Massimo Re: Valerio Massimo
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