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Mittente:
Bukowski
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Re: Trad da Vitruvio
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Data:
18/10/2002 19.23.54
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Forse differisce un po' dal tuo testo originale.
Vitruvio, Architettura, V, 1-2 passim
Nobilibus athletis qui Olympia Pythia Isthmia Nemea vicissent, Graecorum maiores ita magnos honores constituerunt uti non modo in conventu stantes cum palma et corona ferant laudes, sed etiam cum revertantur in suas civitates cum victoria triumphantes quadrigis in moenia et in patrias invehantur e reque publica perpetua vita constitutis vectigalibus fruantur. cum ergo id animadvertam, admiror quid ita non scriptoribus eidem honores etiamque maiores sint tributi, qui infinitas utilitates aevo perpetuo omnibus gentibus praestant. id enim magis erat institui dignum, quod athletae sua corpora exercitationibus efficiunt fortiora, scriptores non solum suos sensus sed etiam omnium, <cum> libris ad discendum et animos exacuendos praeparant praecepta. 2. quid enim Milo Crotoniates quod fuit invictus prodest hominibus aut ceteri qui eo genere fuerunt victores, nisi quod dum viserunt ipsi inter suos cives habuerunt nobilitatem. Pythagorae vero praecepta Democriti Platonis Aristotelis ceterorumque sapientium cotidiana perpetuis industriis culta non solum suis civibus sed etiam omnibus gentibus recentes et floridos edunt fructus.
Gli antichi Greci tributarono ai rinomati [nobilibus] atleti che avessero vinto i giochi olimpici, pitici, istmici e nemei onori tanto grandi che non solo rendevano (loro) - decorati con la palma e la corona (di vincitori) - pubbliche lodi [laudes in conventu], ma addirittura - quando (essi) tornavano, vittoriosi, nelle rispettive citt? (di appartenenza) - venivano fatti entrare in trionfo, su quadrighe, nelle mura (cittadine) e in patria e (quindi) usufruivano, dallo Stato, di vitalizi [vectigalibus perpetua vita] per i meriti acquisiti. Quando io pongo mente [animadvertam] a ci?, mi meraviglio del fatto che simili onori, o addirittura maggiori, non siano (mai) stati tributati a quegli scrittori [ovvero, intellettuali, filosofi], che procurano [praestant] infiniti vantaggi all'intero genere umano [omnibus gentibus], (vantaggi destinati a durare) in eterno [aevo perpetuo]. Anzi, sarebbe stato un provvedimento ancor pi? giusto, dato che (mentre) gli atleti rinforzano [efficiunt fortiora] (esclusivamente) i propri corpi con l'allenamento [exercitationibus], gli scrittori (invece accrescono) non solo la propria sensibilit? [suos sensus; lett. i propri sensi, il proprio modo di sentire = cultura, educazione], ma anche (quella) di tutti (gli altri uomini), quando, nei libri, forniscono precetti atti ad educare e raffinare [exacuendos] gl'intelletti. Quale utilit? deriva agli uomini, allora, dal fatto che Milone di Crotone fu atleta mai sconfitto, o che altri, in quella disciplina [genere], fossero vincitori, se non (il vantaggio che) che - mentr'essi vissero - acquisirono grande importanza [nobilitatem] tra i propri concittadini? Di contro, gl'insegnamenti di Pitagora, Democrito, Platone ed Aristotele, e degli altri filosofi, (insegnamenti derivati) da quotidiano impegno e da continua applicazione (nella ricerca), producono (a tutt'oggi) frutti ancora validi [recentes] e genuini e abbondanti non solo per i propri concittadini, ma per l'umanit? tutta.
Trad. Bukowski
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• Trad da Vitruvio Re: Trad da Vitruvio
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