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Bukowski
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24/10/2002 5.01.57
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Seneca, Lettere a Lucilio, 83 passim
Ciascuno di noi potrebbe a questo punto nominare delle persone a cui sa di non poter affidare del vino, ma un segreto s?; io citer? un solo esempio che mi viene in mente e vorrei che fosse ricordato perch? non si perda. La nostra vita dobbiamo formarla con esempi celebri, senza ricorrere sempre a quelli antichi. L. Pisone, prefetto di Roma, era sempre ubriaco fin dal giorno in cui fu eletto. Passava la maggior parte della notte banchettando; dormiva quasi fino a mezzogiorno; questa era la sua alba. E tuttavia ademp? con grande diligenza ai suoi c?mpiti che riguardavano la difesa della citt?. Anche l'imperatore Augusto gli diede incarichi segreti, quando gli affid? il comando della Tracia, che egli riusc? a domare, e lo stesso fece Tiberio che part? per la Campania, lasciando in citt? una situazione pericolosa e ostile. Secondo me, poich? Pisone, nonostante la sua ubriachezza, gli aveva reso un buon servizio, in s?guito nomin? prefetto della citt? Cosso, uomo serio, moderato, ma dedito al bere e avvinazzato al punto che una volta, sopraffatto da un sonno profondo, fu portato via di peso dal senato, dove si era recato dopo un banchetto. E tuttavia Tiberio gli scrisse di suo pugno molte cose che giudicava di non poter confidare neppure ai suoi ministri: ma Cosso non si lasci? sfuggire nessun segreto su questioni private o pubbliche.
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