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Mittente:
Bukowski
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Re: L'ozio
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Data:
31/10/2002 14.44.46
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Seneca, L'ozio, V passim
[Questioni di filosofia della natura] Da dove siano fuoriuscite codeste costellazioni; quale sia stata la condizione dell'universo, prima che gli elementi si aggregassero nelle varie parti; quale principio razionale abbia organizzato ci? che era immerso e confuso (nel Caos); quale entit? [lett. quis] abbia assegnato i "luoghi naturali" alle cose, se per propria natura le cose pi? pesanti si siano disposte verso il basso e quelle pi? leggere verso l'alto, oppure se - a prescindere dalla spinta e dal peso dei corpi - qualche altra forza, pi? profonda [altior], abbia stabilito una legge per i singoli elementi; o se ? vero che frammenti [partem] di astri, ovvero certe (loro) schegge infocate [scintillas] abbiano colpito la Terra e si siano (dunque) insediate in un luogo non loro [alieno, ovvero non conforme alla loro natura e provenienza] - il che proverebbe innanzitutto il fatto che gli uomini sono di spirito divino. La nostra speculazione infrange le barriere del cielo e non si accontenta di conoscere l'apparenza delle cose [lett. id quod ostenditur]; (essa) afferma: "Scruto ci? che s'estende al di l? del mondo[= l'universo], se uno spazio profondo e infinito o racchiuso anch'esso da limiti suoi propri; quale sia la composizione delle cose poste fuori (dall'universo) [dat. possesso], se siano informi e confuse, se s'estendano [op/btinentia; part. obtineo] senza soluzione di continuit? o se anch'esse siano soggette a qualche organizzazione; se siano attaccate a questo mondo, oppure se ne siano del tutto distaccate e fluttuino nel vuoto; se siano costituite da atomi [sint individua], grazie ai quali si formano le cose nel tempo [per quae struitur omne quod natum futurumque est], oppure se la loro materia ? compatta e mutevole nell'insieme; se gli elementi siano tra loro incompatibili, oppure se non vi sia alcuna incompatibilit?, e si accordino (tra loro) pur secondo diverse modalit?". (Anche se l'uomo ?) nato per indagare tali (infinite) questioni, (tu) valuta quanto poco tempo egli abbia a disposizione, anche qualora lo rivendicasse tutto per s?: per quanto (egli) non permetta che il tempo [lett. nihil; ma il senso ? chiaro] gli sia strappato o gli scivoli via per debolezza o negligenza, per quanto custodisca con estrema attenzione [avarissime] le ore che gli rimangono, e proceda fino all'estrema vecchiaia senza che la sorte rendi precario [concutiat] ci? che la natura ha stabilito; (per quanto tutto ci?,) tuttavia l'uomo ? un essere dall'esistenza troppo breve [lett. nimis mortalis] per (poter aspirare al)la conoscenza delle cose immortali. Di conseguenza, vivo secondo natura, se mi do totalmente ad essa, se sono suo ammiratore e cultore. In realt?, la (stessa) natura ha disposto [voluit] ch'io facessi entrambe le cose, e agire e dedicarmi alla contemplazione: e appunto io le faccio entrambi, visto che la (stessa) contemplazione ? (di per s?) una modalit? dell'agire [lett. neanche la? ? senza azione].
Trad. Bukowski
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• L'ozio Re: L'ozio
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