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Mittente:
Bukowski
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Re: VELLEIO PATERCOLO
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Data:
31/10/2002 14.46.03
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Velleio Patercolo, Storia romana, I, 10
Contemporaneamente, poich? Antioco Epifane - che inaugur? ad Atene (la costruzione di) un tempio in onore di Giove Olimpo [Olympieum] ed era allora re di Siria - assediava in Alessandria [locativo] il giovane (re) Tolomeo, gli fu mandato (in qualit? di) ambasciatore M. Popilio Lenate, per ingiungergli di abbandonare l'impresa ["desistere (ab) incepto" ? espressione idiomatica]. (Popilio) rifer? l'ambasciata [mandata] e, poich? il re chiedeva del tempo per decidersi, tracci? un cerchio con un bastoncino e (gli) ordin? di risolversi prima di oltrepassare [ovvero, prima che Popilio stesso avesse oltrepassato] il cerchio tracciato sulla sabbia [lett. iussit regem - dicentem se deliberaturum - reddere responsum prius quam?]. In questo modo, la fermezza [constantia] romana dissip? l'indugio [lett. cogitationem] del re e il comando (di levare l'assedio) fu rispettato. [Altro aneddoto] Lucio Paolo, vincitore della Macedonia, ebbe 4 figli [dativo di possesso; fuere = fuerunt]; di questi, aveva dato i 2 pi? grandi in adozione, uno a P. Scipione - figlio di P. l'Africano, che dell'autorevolezza paterna aveva conservato solo [lett. null'altro ad eccezione di] il lustro [speciem] del nome e il vigore dell'eloquenza - l'altro a Fabio Massimo. Mantenne con s? [habuit], invece, i due (figli) pi? piccoli, che indossavano ancora la pretesta al tempo della sua vittoria. Egli [Lucio Paolo] - mentre il giorno precedente al trionfo, in un'assemblea tenuta fuori le mura della citt? [prima del trionfo, ai condottieri era interdetto l'accesso a Roma], stava ricapitolando la successione delle proprie imprese, secondo l'usanza inveterata - preg? gli d?i immortali che, se qualcuno di loro [ovvero, degli d?i] provava invidia per le sue imprese e la sua fortuna (bellica), infierisse [coniugato al pl., a senso] su lui stesso piuttosto che sullo Stato. Tali parole, quasi profetiche [emissa veluti oraculo], lo spogliarono di gran parte [magna parte, abl. di privazione] della sua prole [sanguinis]: infatti, dei figli che aveva mantenuto con s?, l'uno lo perse pochi giorni prima del trionfo, l'altro in un lasso di tempo ancora pi? breve. Pi? o meno contemporaneamente, fu in vigore la rigida censura di F. Flacco e P. Albino: censori che espulsero dal senato Cn. Fulvio, fratello, nonch? coerede, del censore Fulvio [lett. la trad. ? al passivo].
Trad. Bukowski
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• VELLEIO PATERCOLO Re: VELLEIO PATERCOLO
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