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Bukowski
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Re: seneca
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Data:
31/10/2002 16.14.21
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Seneca, Lettere a Lucilio, 113 passim
Quid est fortitudo? Munimentum humanae imbecillitatis inexpugnabile, quod qui circumdedit sibi securus in hac vitae obsidione perdurat; utitur enim suis viribus, suis telis. [28] Hoc loco tibi Posidonii nostri referre sententiam volo: 'non est quod umquam fortunae armis putes esse te tutum: tuis pugna. Contra ipsam fortuna non armat; itaque contra hostes instructi, contra ipsam inermes sunt.' [29] Alexander Persas quidem et Hyrcanos et Indos et quidquid gentium usque in oceanum extendit oriens vastabat fugabatque, sed ipse modo occiso amico, modo amisso, iacebat in tenebris, alias scelus, alias desiderium suum maerens, victor tot regum atque populorum irae tristitiaeque succumbens; id enim egerat ut omnia potius haberet in potestate quam adfectus. [30] O quam magnis homines tenentur erroribus qui ius dominandi trans maria cupiunt permittere felicissimosque se iudicant si multas [pro] milite provincias obtinent et novas veteribus adiungunt, ignari quod sit illud ingens parque dis regnum: imperare sibi maximum imperium est. [31] Doceat me quam sacra res sit iustitia alienum bonum spectans, nihil ex se petens nisi usum sui.
Cos'? la fortezza? La difesa inespugnabile della debolezza umana, e chi se ne circonda resiste senza timore all'assedio della vita; impiega armi e forze sue. 28 A questo punto voglio riferirti una massima del nostro Posidonio: "Non pensare mai di essere al sicuro grazie alle armi della fortuna: combatti con le tue. La fortuna non fornisce armi contro se stessa; perci? anche se abbiamo il necessario per combattere i nemici, siamo inermi di fronte a lei." 29 Alessandro metteva in fuga i Persiani, gli Ircani, gli Indi e tutti i popoli orientali fino all'oceano, e ne devastava i territori, ma egli stesso, ora per l'uccisione di un amico, ora per la perdita di un altro, giaceva nelle tenebre, afflitto dai suoi delitti o dal rimpianto; egli, vincitore di tanti re e di tanti popoli, soccombeva all'ira e all'afflizione; aveva cercato di tenere tutto in suo potere, ma non le passioni. 30 Quanto si ingannano quegli uomini che bramano di spingere il loro dominio al di l? del mare e pensano di essere veramente felici se occupano militarmente molte regioni e alle vecchie ne aggiungono di nuove, e sono ignari di quale sia quello straordinario potere, pari al potere degli d?i: il dominio di se stessi ? il pi? grande dominio. 31 Insegnami quanto ? sacra la giustizia che guarda al bene altrui e a s? non chiede nulla, se non di essere praticata.
Trad. database progettovidio
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• seneca "il dominio di noi stessi" Re: seneca
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