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Mittente:
Clau
Cicerone + testi   stampa
Data:
06/11/2002 17.17.08




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Ciao Bukowski ti invio Questi 2 testi che spero ti torneranno utili per eventuali traduzioni (io li ho in digitale ma non so proprio che farmene). Ho per? anche bisogno della traduzione del brano di cicerone tratto dal pro lege Manilia. Saluti



Testi

Pro lege Manilia 17-18

[17] Ac ne illud quidem vobis neglegendum est, quod mihi ego extremum proposueram, cum essem de belli genere dicturus, quod ad multorum bona civium Romanorum pertinet, quorum vobis pro vesta sapientia, Quirites, habenda est ratio diligenter. Nam et publicani, homines honestissimi atque ornatissimi, suas rationes et copias in illam provinciam contulerunt, quorum ipsorum per se res et fortunae vobis curae esse debent. Etenim si vectigalia nervos esse rei publicae semper duximus, eum certe ordinem, qui exercet illa, firmamentum ceterorum ordinum recte esse dicemus.
[18] Deinde ex ceteris ordinibus homines gnavi atque industrii partim ipsi in Asia negotiantur, quibus vos absentibus consulere debetis, partim eorum in ea provincia pecunias magnas conlocatas habent. Est igitur humanitatis vestrae magnum numerum eorum civium calamitate prohibere, sapientiae videre multorum civium calamitatem a re publica seiunctam esse non posse. Etenim primum illud parvi refert, nos publica his amissis vectigalia postea victoria recuperare. Neque enim isdem redimendi facultas erit propter calamitatem, neque aliis voluntas propter timorem.

[17] E c'? pure un'altra questione che non dovete trascurare, una questione che, accingendomi a parlare della particolare natura di questa guerra, che coinvolge gli averi di molti cittadini romani, m'ero prposto di esaminare per ultima; ebbene, Romani, voi, con quella saggezza che vi distingue, dovete tenerne particolarmente conto. Sono anzitutto i pubblicani, tutte persone assai rispettabili e facoltose, che hanno trasferito in quella provincia i loro interessi e i loro capitali, e proprio ai loro affari e ai loro patrimoni dovreste, anche prescindendo dall'interesse pubblico, rivolgere le vostre cure; se infatti abbiamo sempre considerato le entrate tributarie come il fulcro dello Stato, allora diremo senza tema di essere smentiti che quella classe che ne ha la gestione ? il sotegno delle altre classi.

[18]Vi sono poi cittadini appartenenti alle altre classi che,pieni d'attivit? e d'iniziativa, hanno i loro affari in Asia, parte dedicandosi ad essi personalmente - e a voi corre l'obbligo di provvedere alla loro sicurezza, bench? lontani -,parte investendo in quella provincia grassi capitali. Come dunque il vostro senso di umanit? vi impone di impedire la rovina di molti nostri concittadini coinvolge inevitabilmente quell dello Stato. Ha infatti scarsissimo peso la considerazione che a noi, anche se lasciamo andare in rovina i pubblicani, ? sempre possibile recuperare, in seguito ad una nuova vittoria, il gettito fiscale; ch? da una parte gli attuali appaltatori non avranno pi? i mezzi, a causa della rovina sub?ta, per assicurarsi l'appalto delle imposte, dall'altra non ci saranno altri avoler concorrere all'aggiudicazione per timore della rovina.
(trad.Bellardi)


Verrine II, 2, 1-2

[1] Multa mihi necessario, iudices, praetermittenda sunt, ut possim aliquo modo aliquando de his rebus quae meae fidei commissae sunt dicere. Recepi enim causam Siciliae: ea me ad hoc negotium provincia attraxit. Ego tamen hoc onere suscepto et recepta causa Siciliensi amplexus animo sum aliquanto amplius. Suscepi enim causam totius ordinis, suscepi causam rei publicae, quod putabam tum denique recte iudicari posse si non modo reus improbus adduceretur, sed etiam diligens ac firmus accusator ad iudicium veniret.
[2] Quo mihi maturius ad Siciliae causam veniendum est relietis ceteris eius furtis atque flagitiis, ut et viribus quam integerrimis agere et ad dicendum temporis satis habere possim. Atque antequam de incommodis Siciliae dico, pauca mihi videntur esse de provinciae dignitate, vetustate, utilitate dicenda. Nam cum omnium sociorum provinciarumque rationem diligenter habere debetis, tum praecipue Siciliae, iudices, plurimis iustissimisque de causis, primum quod omnium nationum exterarum princeps Sicilia se ad amicitiam fidemque populi Romani adplicavit. Prima omnium, id quod ornamentum imperi est, provincia est appellata; prima docuit maiores nostros quam praeclarum esset exteris gentibus imperare ; sola fuit ea fide benivolentiaque erga populum Romanum ut civitates eius insulae, quae semel in amicitiam nostram venissent, numquam postea deficerent, pleraeque autem et maxime inlustres in amicitia perpetuo manerent.

[1] Molto, o giudici, mi vedo costretto a tralasciare, per poter finalmente arrivare in qualche modo a parlare di ci? che ? stato affidato alla mia opera coscienziosa. Mi sono infatti assunto la difesa della Sicilia: ? quella provincia che mi ha condotto qui, a occuparmi di questa faccenda. Io tuttavia, dopo essermi a difendere i Siciliani, ho concepito uno scopo assai pi? vasto. Mi sono infatti addossato la causa dell'intero ordine senatorio, mi sono addossato la causa dello Stato, perch? ritenevo che la giustizia avrebbe finalmente funzionato come si deve solo quando non ci si fosse limitati a sottoporre ad un processo un imputato colpevole, ma si fosse anche presentato in tribunale un accusatore coscienzioso e risoluto.
[2] Devo dunque affrettarmi, lasciando da parte tutti gli altri suoi furti, e turpitudini, a giungere alla causa della Sicilia, per poterla trattare con forze il pi? possibile fresche e per avere tempo a sufficienza per parlare. Prima di parlare dei danni subiti dalla sicilia, mi sembra opportuno soffermarmi brevemente sull'importanza, sull'antichit?, sull'utilit? di questa provincia. Infatti di tutti gli alleati e di tutte le province dovete avere diligente cura, ma soprattutto della sicilia, giudici, per numerosi e giustissimi motivi, e in primo luogo perch? fra tutte le popolazioni straniere la Sicilia fu la prima a ricercare l'amicizia e la protezione del popolo romano. Essa fu tra tutte la prima a essere chiamata provincia, e ci? fa onore al nostro dominio; fu la prima a dimostrare ai nostri antenati quale nobile compito fosse dominare su popoli stranieri; fu la sola a mostrare verso il popolo romano una lealt? e una benevolenza tali che le citt? di quell'isola, una volta entrate in amicizia con noi, non se ne allontanaroo mai in seguito, ma al contrario la maggior parte di esse, e tutte le pi? importanti, ci rimasero sempre fedeli. (trad.Fiocchi)

Testo da tradurre

Pro di immortales! tantamne unius hominis incredibilis ac divina virtus tam brevi tempore lucem adferre rei publicae potuit, ut vos, qui modo anti ostium Tiberinum classem hostium videbatis, ei nunc nullam intra Oceani ostium praedonum navem esse audiatis?

[34] Atque haec qua celeritate gesta sint quamquam videtis, tamen a me in dicendo praetereunda non sunt. Quis enim umquam aut obeundi negoti aut consequendi quaestus studio tam brevi tempore tot loca adire, tantos cursus conficere potuit, quam celeriter Cn. Pompeio duce tanti belli impetus navigavit? Qui nondum tempestivo ad navigandum mari Siciliam adiit, Africam exploravit; inde Sardiniam cum classe venit, atque haec tria frumentaria subsidia rei publicae firmissimis praesidiis classibusque munivit;
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