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Mittente:
Bukowski
Re: CICERONE   stampa
Data:
10/11/2002 8.09.44




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Cicerone, Orazione ai Quiriti sul ritorno, 22-23

Sennonch? [quamquam, qui con funzione coordinativa, piuttosto che correlativa], o Quiriti, il mio maggior cruccio (in questo momento) ? come contraccambiare [referam gratiam] il favore e il bene che m'avete mostrato ["bene merere de aliquo" ? espressione idiomatica], e non come vendicare le ingiurie e la crudelt? che ho subite dai miei nemici. Del resto, ? pi? facile vendicare un torto che ricambiare un favore [lett. il mezzo (ratio) di vendicare? ? pi? facile che (quello) di?], (e ci? almeno per due motivi:) [1] perch? (decisamente) ? pi? semplice [minus est negotii] sopravanzare i malvagi che mettersi al livello degli onesti; [2] perch? non ? per nulla obbligatorio [ne? quidem necessarium] contraccambiare l'ingiuria dei malvagi, mentre invece lo ? contraccambiare il favore che ti hanno accordato gli uomini giusti [ho tradotto un po' a senso, ma il passo non presenta alcuna difficolt?].

L'odio si pu? mitigarlo sfogandolo con imprecazioni, o metterlo da parte tenendo in conto le emergenze [temporibus] dello Stato e il bene della comunit?, o scoraggiarlo prospettandogli la difficolt? della vendetta, o infine lasciarlo consumare col tempo [rendo cos? "vetustate sedari"]; non ? bene [nec fas est] che s'impedisca ["exorari ne" + cong. (colas, la cui seconda persona ? bene renderla impersonale)] (a qualsivoglia) di onorare [colas] i propri beneficiari, n? si deve rimettere questo compito sempre e comunque [utcumque] allo Stato. Non si pari l'alibi che la cosa ? complicata (da farsi) n? ? giusto fissare scadenze per i benefici ricevuti. Infine, il vendicatore non energico passi pure [<in eorum aperte> utitur (?)], ma chi non contraccambia adeguatamente [qui? est tardior in remunerandis] i grandi benefici che ha ricevuto, come per esempio nel mio caso per vostra grazia, merita solo sdegno [gravissime vituperatur] e d'essere tacciato non solo quale ingrato, la qual cosa ? gi? in s? grave, ma addirittura empio.
Il meccanismo [ratio] legato all'estinguere un debito in denaro ? alquanto diverso (da quello di contraccambiare un beneficio), dato che il denaro c'? chi se lo tiene per s?, senza estinguere pi? il debito [dissolvere pecuniam, idiomatico], e chi se ne priva, restituendolo; la grazia, invece, ce l'ha chi la rende, e chi l'ha ricevuta la ricambia [nel secondo caso, entrambi i contraenti "hanno"].

Trad. Bukowski
  CICERONE
      Re: CICERONE
 

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