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Mittente:
Bukowski
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Re: seneca
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Data:
13/11/2002 21.02.57
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Seneca, La provvidenza, II (parte iniziale)
[II.]
1. 'Quare multa bonis uiris aduersa eueniunt?' Nihil accidere bono uiro mali potest: non miscentur contraria. Quemadmodum tot amnes, tantum superne deiectorum imbrium, tanta medicatorum uis fontium non mutant saporem maris, ne remittunt quidem, ita aduersarum impetus rerum uiri fortis non uertit animum: manet in statu et quidquid euenit in suum colorem trahit; est enim omnibus externis potentior. 2. Nec hoc dico, non sentit illa, sed uincit, et alioqui quietus placidusque contra incurrentia attollitur. Omnia aduersa exercitationes putat. Quis autem, uir modo et erectus ad honesta, non est laboris adpetens iusti et ad officia cum periculo promptus? Cui non industrio otium poena est? 3. Athletas uidemus, quibus uirium cura est, cum fortissimis quibusque confligere et exigere ab iis per quos certamini praeparantur ut totis contra ipsos uiribus utantur; caedi se uexarique patiuntur et, si non inueniunt singulos pares, pluribus simul obiciuntur.
"Ma se vuole farli degni di s?, per quale ragione Dio manda ai buoni tante discrazie?" Innanzitutto ti ripeto che a un uomo buono non pu&ogravo; capitare nulla che possa dirsi propriamente un male: i contrari, infatti, non si mescolano fra loro. Come la quantit? dei fiumi, delle piogge che cadono dal cielo e delle sorgenti curative non altera la salsedine del mare, n? tanto meno l'elimina, cos? l'assalto delle avversit? non intacca l'animo dell'uomo forte: questi rimane saldo nel suo stato e nelle sue convinzioni, piegando gli eventi a s?, non s? agli eventi, perch? ha un potere superiore a tutto ci? che lo circonda. Non dico che sia insensibile alle avversit?, dico che le vince, e anche se abitualmente ? tranquillo e pacifico, quando quelle gli si buttano addosso sa ergervisi contro e rintuzzarle. Per lui le avversit? non hanno altra funzione ed altro scopo che di esercitare la sua virt?. E quale uomo, degno di questo nome, che sia dedito all'onest?, non aspira ad essere all'onest?, non aspira ad essere messo giustamente alla prova, o non ? pronto a fare il suo dovere anche sapendo di rischiare? Cos? l'ozio ? una sofferenza per chi sia nato all'azione. Guarda gli atleti, che, attenti come sono alle proprie forze, si battono con avversari pi? gagliardi di loro, anzi, durante l'esercitazione, chiedono e pretendono dagli allenatori che li preparano alla gara di scaricargli contro tutte le loro energie, e incassano colpi su colpi, e se non trovano uno che sia almeno pari a loro, si battono contemporaneamente con pi? di un avversario.
Fonte: opere tradotte progettovidio
P.S.: caro amico, se cercassi meglio nel sito, perderemmo meno tempo entrambi :))
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• seneca Re: seneca
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