Data:
18/11/2002 21.38.40
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Posso aiutarti con questo passo non tradotto da me, ma tratto da cartaceo. Usalo, dunque, come riferimento. In bokka al lupo.
Seneca, La clemenza, XII passim
1. 'Quid ergo? Non reges quoque occidere solent?' Sed quotiens id fieri publica utilitas persuadet; tyrannis saevitia cordi est. Tyrannus autem a rege factis distat, non nomine; nam et Dionysius maior iure meritoque praeferri multis regibus potest, et L. Sullam tyrannum appellari quid prohibet, cui occidendi finem fecit inopia hostium? 2. Descenderit licet e dictatura sua et se togae reddiderit, quis tamen umquam tyrannus tam avide humanum sanguinem bibit quam ille, qui septem milia civium Romanorum contrucidari iussit et, cum in vicino ad aedem Bellonae sedens exaudisset conclamationem tot milium sub gladio gementium, exterrito senatu: 'Hoc agamus' inquit, 'P.C.; seditiosi pauculi meo iussu occiduntur'? 3. Hoc non est mentitus; pauci Sullae videbantur. Sed mox de Sulla, cum quaeremus, quomodo hostibus irascendum sit, utique si in hostile nomen cives et ex eodem corpore abrupti transierint; interim, hoc quod dicebam, clementia efficit, ut magnum inter regem tyrannumque discrimen sit, uterque licet non minus armis valletur; sed alter arma habet, quibus in munimentum pacis utitur, alter, ut magno timore magna odia compescat, nec illas ipsas manus, quibus se commisit, securus adspicit. 4. Contrariis in contraria agitur; nam cum invisus sit, quia timetur, timeri vult, quia invisus est, et illo exsecrabili versu, qui multos praecipites dedit, utitur: Oderint, dum metuant, ignarus, quanta rabies oriatur, ubi supra modum odia creverunt.
[1] "Ma come? Anche i re non sono soliti uccidere?". S?, ma solo quando l'interesse pubblico li convince a farlo: i tiranni, invece, hanno la crudelt? nel cuore. li tiranno ? diverso dal re per le azioni, non per il nome; infatti, anche Dionigi il Vecchio pu? essere preferito giustamente e a buon diritto a molti re, e che cosa impedisce di chiamare tiranno L. Silla, che cess? di uccidere per la penuria di nemici? [2] Sar? anche disceso dal rango di dittatore e sar? tornato alla toga civile, ma chi fra i tiranni bevve il sangue umano tanto avidamente quanto lui, che ordin? di trucidare settemila cittadini romani e, avendo sentito, mentre era seduto nelle vicinanze, presso il tempio di Bellona, le grida di tante migliaia di persone che gemevano sotto le spade, disse di fronte al Senato atterrito: "Proseguiamo la seduta, Padri Coscritti: pochissimi sediziosi vengono uccisi per mio ordine"? In questo non ment?: a Silla sembravano pochi. [3] Ma tra poco comprenderemo in che modo ci si debba adirare contro i nemici, specialmente se nelle loro schiere sono passati dei cittadini, come membra strappate dal medesimo corpo. Intanto, la clemenza, come dicevo, fa s? che ci sia una gran differenza tra un re e un tiranno, bench? entrambi siano ugualmente protetti da una barriera di soldati; ma l'uno ha a disposizione forze armate di cui si serve per difendere la pace, l'altro, invece, se ne serve per reprimere grandi odii con grande paura, e non guarda sicuro neppure quelle mani alle quali si ? affidato. [4] ? spinto dai contrasti che incontra a nuovi contrasti: infatti, essendo odiato perch? ? temuto, vuole essere temuto perch? ? odiato, e si serve di quell'abominevole verso che ha condotto molti alla rovina: "Mi odino, purch? mi temano", ignaro di quanto furore si generi quando gli odii sono cresciuti oltre misura.
Trad. Bompiani
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