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Bukowski
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Re: CICERONE
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Data:
24/11/2002 15.55.29
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Cicerone, Sul ritorno [Orazione ai Quiriti], 4 sg.
Il mio onore, la mia dignit?, il mio rango, la mia posizione, i benefici che m'avete accordato: sebbene fossi andato sempre molto fiero [rendo cos?: "mihi semper clarissima visa sunt" di facile trad.] (di queste cose), ciononostante - ora (che le ho) recuperate - mi appaiono ancor pi? importanti, di quanto (lo sarebbero state) se non (mi) fossero state (per un certo tempo) negate. La stessa patria, o d?i immortali, non avrei parole per esprimere [lett. potest vix dici, potrebbe a stento esser detta?] l'amore e il desiderio che m'ispira. Com'? bella l'Italia! Come sono maestose le (sue) citt?! Che paesaggio incantevole! Che campi! Che messi! E Roma, com'? bella [quae pulchritudo urbis]! La civilt? dei suoi cittadini! L'autorevolezza dello Stato! L'autorevolezza vostra! Mi compiacevo anche prima di tutto ci?, come nessuno mai. E tuttavia, come la salute ? pi? piacevole per coloro che son scampati ad una malattia grave piuttosto che per coloro che la malattia non ha mai sfiorati [lett. che non furono mai malati nel fisico, col corpo malato], allo stesso modo ci? che vien desiderato piace di pi? di ci? che vien sempre esperito. A che pro, allora, le mie parole? Qual ? il loro scopo? Che voi comprendiate [possitis intelligere] che non ? mai esistito (nel mondo) alcun (oratore) - per quanto facondo, e anzi dotato di una loquela [genere dicendi] senza pari [incredibili] e (direi) divina - in grado [qui? (e a fine periodo) possit] non solo di render adeguato merito con un discorso, ma anche semplicemente di enumerare ed esporre la grandezza, per qualit? e quantit? [magnitudinem multitudinemque], dei benefici che voi avete accordato nei confronti miei, di mio fratello e dei miei figli. Messo al mondo dai miei genitori ch'ero una piccola creatura, com'era ovvio, grazie a voi sono (ri)nato come (incensato della dignit?) consolare. Essi [miei genitori] mi diedero un fratello, e non si sapeva cosa sarebbe divenuto; voi me l'avete restituito, ora che ha ben provato d'essere un uomo di straordinari [suppongo "incredibili"] sentimenti [pietate]. Mi sono assunto il governo dello Stato all'epoca in cui esso era sul punto di sfaldarsi [paene amissa est]; grazie a voi, l'ho recuperato, quando alfine - all'unanimit? - s'? inteso ch'esso avrebbe potuto salvarsi solo grazie all'opera di un solo (uomo) [Cicerone stesso]. Gli d?i immortali m'hanno donato i miei figlioli; voi me li avete restituiti. Molte altre cose ancora gli d?i hanno per me esaudito [lett. la costruz. ? al passivo e ribaltata: implorato agli dei]; se non fosse stato per il vostro appoggio, avrei perso tutti (questi) divine concessioni. Infine, qui e ora da voi ricevo - tutt'insieme - i vostri onori, che uno alla volta avevo conquistati, tal che (da) adesso mi sento debitore nei confronti del popolo romano di tutto quanto dovevo, in precedenza, ai miei genitori, agli d?i immortali e proprio a voi stessi.
Trad. Bukowski
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• CICERONE Re: CICERONE
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