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Mittente:
Bukowski
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Re: cicero
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Data:
24/11/2002 16.23.39
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Cicerone, De Inventione, I, 1 (Maturit? classica 1968, II sessione)
Saepe et multum hoc mecum cogitavi, bonine an mali plus attulerit hominibus et civitatibus copia dicendi ac summum eloquentiae studium. Nam cum et nostrae rei publicae detrimenta considero et maximarum civitatum veteres animo calamitates colligo, non minimam video per disertissimos homines invectam partem incommodorum; cum autem res ab nostra memoria propter vetustatem remotas ex litterarum monumentis repetere instituo, multas urbes constitutas, plurima bella restincta, firmissimas societates, sanctissimas amicitias intellego cum animi ratione tum facilius eloquentia comparatas. Ac me quidem diu cogitantem ratio ipsa in hanc potissimum sententiam ducit, ut existimem sapientiam sine eloquentia parum prodesse civitatibus, eloquentiam vero sine sapientia nimium obesse plerumque, prodesse numquam.
Spesse volte, e con insistenza, ho meditato su questo (problema): se [in realt?, si tratta di una proposizione dichiarativa resa con interrogativa indiretta disgiuntiva] la facondia [copia dicendi] e l'eccessivo ricorso all'eloquenza abbia [al sing., e non - come logica vorrebbe - al pl.] arrecato all'umanit? ed alle nazioni (tutte) pi? bene o pi? male [ovvero, se siano state un vantaggio reale, o meno; "boni" e "mali" sono genitivi partitivi]. Infatti, quando considero i mali di Roma [nostrae rei publicae] e richiamo alla mente le passate [veteres, antiche] rovine degli Stati in assoluto pi? potenti, m'accorgo [video] che una non ineziale parte del disastro cade sotto la responsabilit? [invectam (? stata arrecata) per + acc. mezzo strumentale] degli oratori pi? influenti. Quando, invece, mi metto [instituo] a ricostruire [repetere] - (servendomi) di documenti scritti - fatti [res] lontani, a causa della loro estrema distanza nel tempo, dalla nostra memoria, mi rendo conto [intellego] che molte citt? sono state fondate, che molte guerre sono state concluse, e che alleanze molto strette e patti di somma lealt? sono stati stipulati grazie - ? vero - all'uso della ragione, ma sono stati altres? avvantaggiati dall'uso dell'eloquenza [cum? tum? in correlazione, ovv.]. Ora, ? la stessa ragione a risolvere le mie continue meditazioni, inducendomi a ritenere [lett. ? la stessa ragione che porta me - che medito a lungo - a questa conclusione (sententiam) soprattutto, che io?] che la sapienza senza eloquenza porta ai popoli poco frutto, ma che - di contro - l'eloquenza, senza saggezza, ? per lo pi? nociva, o quantomeno mai vantaggiosa.
Trad. Bukowski
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• cicero Re: cicero
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