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Mittente:
Bukowski
Re: L'IMPERATORE TITO...(AURELIO VITTORE)   stampa
Data:
24/11/2002 17.50.02




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E' incredibile quanto Tito, una volta giunto al potere [opp. divenuto imperatore], abbia superato - in quanto a cultura, clemenza e concessioni soprattutto - il suo modello [colui che (egli) imitava, prendeva ad esempio, ovvero suo padre Vespasiano]. Fu alquanto indulgente [lett. facilis in tuendis (nel difendere)] nei confronti di coloro che pur gli avevano cospirato contro, al punto che - una volta che due patrizi [duo amplissimi ordinis, due dell'ordine?] furono messi davanti alla prova schiacciante del loro complotto [lett. non furono in grado di negare?] - sebbene il Senato avesse (gi?) comminato la pena ai (due) rei confessi, (Tito di contro) ordin? che fossero portati ad uno spettacolo (di gladiatori) e fatti sedere proprio accanto a s?. Quando gli furono presentate le armi dei gladiatori [lett. al singolare], egli le tese loro [lett. all'uno e all'altro; i patrizi, infatti, sono in due], quasi a far loro esaminare (la correttezza del)lo scontro (che sarebbe avvenuto). (Quindi) rivolse ai due - rimasti ammoniti e paritempo ammirati dalla (sua) fermezza - (con queste parole): "Il potere [potestates] proviene per volere del destino? ogni tentativo di giungervi col delitto ? vano, per quanto dettato dalla speranza di prendere il dominio o dal timore di perderlo (per sempre)? ve ne rendete conto?".
Eppure, mor? avvelenato all'incirca due anni e nove mesi dopo, dopo ch'ebbe fatto ultimare l'Anfiteatro: aveva quarant'anni. La sua morte gett? nel lutto l'impero: si compiangeva il mondo intero, privato di colui ch'era stato detto "delizia del genere umano" [traduco un po' a senso, per scorrevolezza].

Trad. Bukowski
  L'IMPERATORE TITO...(AURELIO VITTORE)
      Re: L'IMPERATORE TITO...(AURELIO VITTORE)
 

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