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bukowski
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Re: Cicerone
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Data:
28/11/2002 19.27.13
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Cicerone, Pro lege Manilia, II passim
Ora ritengo [video] che - a buon diritto [iure] - io debba rallegrarmi innanzitutto del fatto che ho l'onere e l'onore di sostenere [mihi? oblata est - offero], da una posizione e in un contesto per me affatto nuovi [in effetti la Pro lege Manilia ? il primo discorso politico tenuto da Cicerone, ed ? un'orazione sui generis, vertendo sull'importanza delle attivit? economiche per l'impero], un'orazione di grande importanza [talis], nella quale l'eloquenza potrebbe venir meno a chiunque. Devo infatti cimentarmi a parlare dell'eccezionale, straordinario valore di Pompeo. La difficolt?, per me, consiste pi? nel trovare un conclusione, che un abbrivo, per un simile discorso: ovvero, devo ricercare non tanto un'abbondanza, quanto piuttosto una misura nelle mie argomentazioni [in dicendo]. Dunque, che il mio discorso esordisca a partire dalla causa scatenante questo dibattito: c'? una guerra - importante e minacciosa per i vostri redditi ed i vostri alleati - intrapresa da due re molto potenti, Mitridate e Tigrane; entrambi - l'uno l'abbiamo sottovalutato, concentrandoci ad attaccare l'altro - pensano d'aver l'opportunit? di porre (definitivamente) l'Asia sotto il loro potere. Ogni giorno, dall'Asia, giungono dispacci (recanti tali gravi notizie) agli onorevolissimi membri dell'ordine equestre romano, i quali hanno grandi interessi in gioco negli appalti delle imposte a voi dovute; ebbene, essi hanno a me delegato - in nome dello stretto vincolo che mi lega con tale ordine - d'impugnare la causa dello Stato e la gravit? dei loro interessi in gioco: ovvero, il fatto che molti villaggi della Bitinia, provincia che attualmente vi appartiene, sono stati messi a ferro e fuoco; che il regno di Ariobarzane, confinante con quelle regioni che a voi devono un reddito, ? caduto interamente in mano nemica; che Lucio Lucullo [generale romano], dopo essersi reso protagonista di grandi imprese, abbandona le armi [l'esercito gli si era ammutinato]; e che non ? sufficiente che il suo successore sia preparato ad una guerra tanto grave; piuttosto viene richiesto ed auspicato, da alleati e cittadini, all'unanimit?, un uomo davvero di polso, per tale guerra; un individuo che i nemici davvero temano, e nessun altro.
Trad. Bukowski
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• Cicerone Re: Cicerone
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