Data:
30/11/2002 3.54.15
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Il tuo brano ? tratto, con qualche taglio e modifica, da Plinio, Lettere, I 10
E' inutile (stare ad) enumerare quanti illustri ingegni risiedano nella nostra citt?: ne basterebbe uno solo: Eufrate il filosofo. L'ho conosciuto in Siria, e ho cercato, con insistenza e fatica, di farmi apprezzare [amari] da lui, per quanto non ci fosse bisogno di faticare (poi tanto). (Egli) infatti ? un tipo alla mano [obvius] e affabile, e pieno di quella umanit? che professa [praecipit]. Ah, avessi potuto esaudire [utinam + cong. ottativo] (quel)la speranza ch'egli a quel tempo nutr? su di me, e avessi potuto prendere ad esempio e seguire le sue virt?! Io, ora, le apprezzo [suppongo "miror"] di pi? perch? di pi? le comprendo, sebbene neanche ora io (in verit?) le comprenda appieno. Tuttavia, per quanto mi ? dato di discernere, sono cos? tante (le qualit?) che primeggiano e rifulgono in Eufrate, che esse attirano a s? anche persone di non grande cultura [mediocriter doctos; vale a dire: anche uomini di ingegno non finissimo sono in grado di apprezzarle]. (Egli) discute, infatti, con finezza, seriet? ed eleganza. Il (suo) discorso ? ricco e vario e persuasivo [dulcis] ed ? tale che trascina e seduce anche gli avversari [repugnantes]. (Si aggiungano) inoltre, l'alta statura, l'aspetto nobile, la fluente capigliatura, la barba folta e canuta; dettagli che [lett. cose che], sebbene siano (in genere) ritenute di poco conto [inania], tuttavia gli guadagnano grande venerazione. Nessuna rozzezza nel vestire, nessun cipiglio, (piuttosto) grande seriet?: lo rispetteresti [cong. potenziale], piuttosto che averne timore.
Trad. Bukowski
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