Data:
02/12/2002 23.35.11
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La traduzione ? da cartaceo. Se hai difficolt? su alcuni punti, non esitare a ricontattare il forum.
Velleio Patercolo, Storia romana, II, 86 Quid ille dies terrarum orbi praestiterit, ex quo in quem statum pervenerit fortuna publica, quis in hoc transcursu tam artati operis exprimere audeat? Victoria vero fuit clementissima, nec quisquam interemptus est paucissimis exceptis, qui deprecari quidem pro se non sustinerent. Ex qua lenitate ducis colligi potuit, quem aut initio triumviratus sui aut in campis Philippiis, si sic licuisset, victoriae suae facturus fuerit modum. At Sosium L. Arruntii prisca gravitate celeberrimi fides, mox diu cum clementia luctatus sua Caesar, servavit incolumem. Non praetereatur Asinii Pollionis factum et dictum memorabile: namque cum se post Brundusinam pacem continuisset in Italia neque aut vidisset umquam reginam aut post enervatum amore eius Antonii animum partibus eius se miscuisset, rogante Caesare, ut secum ad bellum profisceretur Actiacum: ?mea? inquit ?in Antonium maiora merita sunt, illius in me beneficia notiora; itaque discrimini vestro me subtraham et ero praeda victoris.?
Chi, nella frettolosa esposizione di un'opera cos? succinta, oserebbe dire che cosa quel giorno signific? per il mondo intero e, di conseguenza, a quale nuovo assetto approd? la cosa pubblica? La vittoria fu improntata a grandissima clemenza, nessuno fu ucciso, pochissimi furono messi al bando, perch? non ardivano neppure chiedere la grazia. Da questa clemenza del generale si sarebbe potuto dedurre quali limiti egli avrebbe posto alla sua vittoria, se avesse potuto, o all'inizio del triumvirato o nella piana di Filippi. A Sosio peraltro salvarono la vita la leale amicizia di L. Arrunzio, cittadino famoso per la sua austerit? d'altri tempi, e Cesare, dopoch? questi ebbe lottato a lungo con la propria clemenza. Non vogliamo passare sotto silenzio il gesto e il detto memorabili di Asinio Pollione. Rimasto in Italia dopo la pace di Brindisi, egli che non aveva mai visto la regina Cleopatra n?, dopoch? l'animo di Antonio era stato fiaccato dall'amore per lei, aveva avuto a che fare col suo partito, quando Cesare lo preg? di partire con lui per la guerra di Azio, gli rispose: "Troppo grandi sono le mie benemerenze verso Antonio, troppo noti i benefici suoi verso me; perci? mi terr? lontano dalla vostra contesa e sar? preda del vincitore".
Trad. R. Nuti
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