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Mittente:
bukowski
Re: versioni Columella, Vitruvio   stampa
Data:
05/12/2002 15.07.16




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Columella, De re rustica, I, praefatio passim

Spesso sento cittadini ragguardevoli di Roma incolpare ora la sterilit? dei campi ora l'inclemenza del cielo gi? da tempo nociva ai raccolti. Sento taluni attenuare queste lamentele per una diciamo cos? precisa convinzione: essi infatti pensano che il terreno, affaticato e spossato dall'eccessiva fertilit? precedente, non possa pi? offrire agli uomini gli alimenti con la larghezza di una volta. Questi motivi, o Publio Silvino, io li giudico senz'altro surrettizi. Non mi ? possibile pensare che la natura, dotata di perpetua fecondit? dal primo creatore del mondo, sia stata presa dalla sterilit? come da un morbo; n? ? degno di persona saggia credere che la Terra, a cui tocc? in sorte una divina eterna giovinezza, che fu detta comune madre di tutti in quanto tutto essa ha sempre prodotto e tutto in seguito continuer? a produrre, si sia invecchiata come s'invecchia un uomo! Inoltre non penso che codesti inconvenienti capitino per inclemenza del clima, bens? sostengo che sono dovuti a colpa nostra perch? abbiamo affidato agli schiavi peggiori, come a carnefici che la rovinino, quel! agricoltura della quale i migliori tra i nostri antenati si occupavano personalmente e nel modo migliore.

Trad. E. Diletti


Vitruvio, L'architettura, II, 1

Nell'antichit? gli uomini nascevano come belve nelle foreste, nelle caverne e nei boschi e vivevano nutrendosi del cibo che raccoglievano nei campi. Poi, in qualche luogo, degli alberi folti, agitati da frequenti raffiche di vento, sfregando i rami l'uno contro l'altro, fecero scaturire il fuoco; allora tutti coloro che erano li vicino, atterriti dalle fiamme impetuose, fuggirono. Quando tutto torn? tranquillo, osarono avvicinarsi ed accorgendosi che il tepore del fuoco dava un gran beneficio ai loro corpi, aggiunsero legna per conservarlo; intanto chiamarono li altri uomini e a gesti fecero loro capire quanta utilit? avrebbero potuto ricavare da questa scoperta. Durante quelle loro riunioni emettevano con la voce suoni diversi, arrivando poi, con l'uso quotidiano, a formare casualmente delle parole, con le quali indicavano gli oggetti di uso pi? frequente: cominciarono, insomma, in seguito a quel fortuito evento a parlare e cos? inventarono il linguaggio come loro mezzo di comunicazione.

Trad. G. Florian
  versioni Columella, Vitruvio
      Re: versioni Columella, Vitruvio
 

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