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bukowski
Re: urgente   stampa
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09/12/2002 21.49.11




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La prossima volta pi? paroline, pls.

Giustino, Epitome, XXIV, 8

VIII. Galli, hesterno mero saucii, sine respectu periculorum in bellum ruebant. 2 Contra Delphi plus in deo quam in viribus deputantes cum contemptu hostium resistebant scandentesque Gallos e summo montis vertice partim saxo, partim armis obruebant. 3 In hoc partium certamine repente universorum templorum antistites, simul et ipsae vates sparsis crinibus cum insignibus atque infulis pavidi vecordesque in primam pugnantium aciem procurrunt. 4 Advenisse deum clamant, eumque se vidisse desilientem in templum per culminis aperta fastigia, 5 dum omnes opem dei suppliciter inplorant, iuvenem supra humanum modum insignis pulchritudinis; comitesque ei duas armatas virgines ex propinquis duabus Dianae Minervaeque aedibus occurrisse; 6 nec oculis tantum haec se perspexisse, audisse etiam stridorem arcus ac strepitum armorum. 7 Proinde ne cunctarentur diis antesignanis hostem caedere et victoriae deorum socios se adiungere summis obsecrationibus monebant. 8 Quibus vocibus incensi omnes certatim in proelium prosiliunt. 9 Praesentiam dei et ipsi statim sensere, nam et terrae motu portio montis abrupta Gallorum stravit exercitum et confertissimi cunei non sine vulneribus hostium dissipati ruebant. 10 Insecuta deinde tempestas est, quae grandine et frigore saucios ex vulneribus absumpsit. 11 Dux ipse Brennus cum dolorem vulnerum ferre non posset, pugione vitam finivit.

I Galli, resi audaci dal vino bevuto il giorno innanzi [hesterno], si gettavano nel combattimento sprezzando i pericoli. Di contro, gli abitanti di Delfi - fidando pi? nel(l'intervento del) dio [Apollo] che nelle (proprie) forze - rimanevano arroccati [resistebant, rimanevano fermi], suscitando il disprezzo del nemico [lett. con disprezzo; abl. modo; il genitivo ? soggettivo] e limitandosi a far rovinare sopra [lett. obruebant, coprivano?] i Galli - che tentavano la scalata [scandentes] (dell'altura dov'erano arroccati i Delfi) - ora massi, ora armi, (lanciate) dalla sommit? dell'altura. Durante lo scontro, ecco che, d'un tratto, i sacerdoti [antistites] di tutti i templi - e, insieme, le profetesse stesse - coi crini sciolti, con le insegne e le infule sacerdotali, (paritempo) spaventati e fuori di s? [vecordes], si lanciano verso la prima linea dei combattenti. Annunciano a gran voce che il dio era apparso [advenisse], ch'essi l'avevan visto scendere nel tempio - ne aveva attraversato la sommit? aperta - mentre stavano l? ad implorarne l'aiuto, (e s'era mostrato loro nelle fattezze di) un giovane di una bellezza sovrumana; (annunciarono, inoltre, che) a lui si erano unite due fanciulle armate provenienti dai due prospicienti templi di Diana e Minerva; e ch'essi non avevano assistito a questo miracolo solo con gli occhi, ma avevano addirittura udito il sibilo tipico dell'arco [testimonia la presenza di Diana] e il clangore delle armi [di Minerva].
In ragione di ci?, (i sacerdoti e le profetesse) con alte suppliche invogliavano a non esitare ad abbattere il nemico: gli d?i stessi avrebbe guidato alla vittoria! Accesi da tali parole, tutti (i Delfi) si precipitano, (quasi) a gara, a combattere; anch'essi ebbero prova improvvisa della presenza divina: infatti, a causa di un terremoto, una parte della montagna fran? sull'esercito dei Galli, e i serratissimi cunei (delle armate) si sfaldavano, provocando (enormi) perdite tra i nemici. Segu?, quindi, una tempesta, che con la grandine e il freddo diede il colpo finale [absumpsit] (ai nemici gi?) duramente provati [lett. stremati dalle ferite]. Lo stesso condottiero (dei Galli), Brenno, non riuscendo a sopportare il dolore delle ferite (ricevute), s'uccise col pugnale.

Trad. Bukowski
  urgente
      Re: urgente
 

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