Data:
12/12/2002 17.33.13
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Cicerone, Pro Plancio, 101 passim
(Me la) ricordo ["memini" ? difettivo] eccome! Mi ricordo - e mai (la) scorder? - di quella notte in cui - miserevole (com'ero) e indotto da infondata ["falsa"; credo che la virgola tu debba spostarla prima di questa parola] speranza - facevo a te - che (di me) ti prendevi cura [vigilanti], che (mi) eri accanto e condividevi il (mio) dolore [maerenti] - vane e false promesse [facevo? promesse = pollicebar; il "quaedam" (certune, talune) puoi anche lasciarlo intradotto]: (ti promettevo che) qualora fossi tornato in patria (sano e salvo), ti avrei di persona [praesentem, legato a "me"] mostrato la mia gratitudine; e che, di contro, se il destino m'avesse privato della vita o una forza maggiore (mi) avesse impedito il ritorno, costoro [hos] ti avrebbero ampiamente ricompensato [persolutoros omnia premia tibi], in mea vece [pro me], di tutte le (tue) fatiche (che hai affrontato per causa mia). (E ora) perch? mi fissi? Perch? ripeti le mie promesse? Perch? invochi la mia lealt? [suppongo "fidem"]? In quell'occasione [tum], io non ti promettevo alcunch? da parte mia [de meis opibus], bens? (ti) promettevo da parte della benevolenza di costoro nei miei confronti; (infatti) vedevo costoro piangere per me, (per me) soffrire: (li vedevo) intenzionati a battersi [lett. che volevano?] per la mia vita, anche a costo della loro, di vita. Io, come te e insieme con te, ogni giorno ascoltavo il loro augurio (legato alla mia salvezza), la loro tristezza, le loro lamentele (a riguardo della mia situazione disperata). Ora, temo di [timeo ne + cong. (queam)] non essere in grado [queam - queo, usato in frasi negative] di restituirti in cambio null'altro che le lacrime, che tu (stesso) hai versato, e molte, in occasione delle mie disgrazie.
Trad. Bukowski
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