Data:
15/12/2002 13.38.31
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No, di mattino non sono mai online. In bokka al lupo, comunque.
Varrone, L'agricoltura, I 13 passim
Nella villa, le stalle devono essere costruite in una locazione tale da godere, per quanto possibile, di un clima alquanto temperato (anche) durante la stagione invernale. I prodotti di colture arboree [fructus], quali il vino e l'olio, (devono poi essere conservati) in dispense piane, (mentre) i prodotti di coltura terrestre [aridus], quali fave [singolare collettivo] e fieno, (devono essere conservati) in (appositi) tavolati. Bisogna quindi provvedere alla dimora [ubi versetur] della servit? [familia], tal che essa - se stanca [fessi, concordato a senso] per il lavoro o (indolenzita) per il freddo o (fiaccata) dal caldo - possa [concordato a senso] ristorarsi senza problemi [comodissime]. E' opportuno, poi, che la cameretta [cellam] del fattore [vilici] sia dislocata in prossimit? dell'ingresso, e che egli sappia chi entri e chi esca in orari notturni, e cosa porti (con s?); (provvedimento, questo, da prendere) soprattutto se manca un (apposito) portinaio [suppongo "ostiarius"]. Innanzitutto, bisogna provvedere [suppongo "videnda"] a che sia dislocata nelle vicinanze (anche) la cucina, dato che l?, durante l'inverno, all'alba, vengono officiate (importanti) mansioni, viene preparato e consumato il pasto. Bisogna anche fare in modo che i carretti e qualsiasi altro strumento agricolo siano messi al riparo dalle piogge [per scongiurare l'eventualit? dell'arrugginirsi] nel cortile (della villa). In un podere esteso, sono pi? utili due cortili, uno (dei quali), durante il giorno, funga da vasca piovana [pi? esattamente, il compluvium era la parte della casa che aveva l'impluvium, la vasca in cui si raccoglieva l'acqua piovana colante da apposite fessure del tetto]. I buoi, infatti, di ritorno dall'aratura [lett. dal campo], durante l'estate, l? s'abbeverano e si rinfrescano con l'acqua [perfunduntur], e parimenti [nec minus] le oche [suppongo "anseres"], le scrofe e i porci dopo il pasto [suppongo "pabulo"]. Nel cortile esterno, ? bene che ci sia una vasca dove vengano messi al macero i lupini [singolare collettivo] e parimenti tutte gli altri ingredienti che, se immersi in acqua, assolvono meglio al loro scopo.
Varrone, L'agricoltura, I 55 passim
Quanto all'oliveto, quelle olive che tu puoi raggiungere con le mani da terra o per mezzo di scale, ? meglio coglierle che bacchiarle, perch? quelle che sono spiccate con le mani migliori son quelle colte piuttosto con le dita nude che non chiuse nei ditali. Infatti a causa della loro durezza non solo rimangono ammaccate le bacche, ma anche si scortecciano i rami e vengono lasciati scoperti ed esposti alle gelate. Le olive che non potranno essere raggiunte con le mani debbono essere battute piuttosto con canne che con pertiche, perch? una ferita troppo profonda pu? esigere l'intervento del medico. Chi batter?, non batta di fronte; spesso infatti le olive battute cos? trascinano appresso dei ramoscelli, dal che deriva la sterilit? delle piante per l'anno successivo. E questo non ? l'ultimo motivo per cui gli oliveti un anno s? e un anno no non producono frutti, o per lo meno non li producono di eguale grossezza. Le olive danno alla villa lo stesso duplice ricavato dell'uva, quello del cibo e quello dell'olio, e non solo per lubrificare il corpo all'interno, ma anche per ungerlo all'esterno. Pertanto esso va dietro al padrone e quando si reca al bagno e quando si reca alla palestra.
Fonte: http://www.rieti2000.com/r2k/dove/oli...
Seneca, La provvidenza, VI passim con modifiche
VI. Ora, quanto alla domanda perch? mai Dio permette che ai buoni accada qualcosa di male, concluder? dicendo che in realt? non lo permette, che Egli, anzi, dal male li tiene lontani: essi infatti non compaiono delitti, non commettono infamie, non hanno pensieri malvagi, ambizioni smodate, la lussuria che accieca, l'avidit? Fa' conto che Dio dica: "Cos'avete da rimproverarmi, voi che avete scelto la retta via? Gli altri li ho circondati di beni falsi, li ho rivestiti d'oro e d'argento, ma dentro non hanno niente che valga. Guardateli nell'intimo, quelli che chiamate felici, e vedrete quanto siano meschini, squallidi e turpi. La loro non ? una vera felicit?, ? soltanto una crosta, e per di pi? sottile. A voi buoni ho dato dei beni sicuri, durevoli; a voi ho concesso di non tenere in alcun conto le cose che agli altri fanno paura, di disprezzare le passioni. La luce vostra ? di dentro, ? l? che sono i vostri beni. La vostra felicit? sta nel non aver bisogno di felicit?. "Ma sono tanti i mali che ci colpiscono, dolorosi, terribili e duri a sopportarsi." Ed io, dal momento che non potevo privarvi di essi, vi ho dato le armi per combatterli. Sopportateli dunque con coraggio. Disprezzate la povert?, il dolore, la morte: disprezzate la sorte: non le ho dato alcuna arma che possa colpire voi.
Fonte: www.splash.it
Cicerone, Pro Sestio, 91 Chi di noi, infatti, ignora - o giudici - che la natura fosse tale che gli uomini, un tempo - prima che fosse sancito [lett. non ancora sancito] alcun diritto naturale o civile - vagavano in modo confuso e sparpagliato sulla terra [per agros], e possedevano tanto quanto erano in grado di procacciarsi di propria mano e con le proprie forze, ovvero mediante sanguinose lotte? In seguito, coloro che, per primi, mostrarono [exstituerunt - exsisto] di possedere virt? e buonsenso politico, intuita l'umana attitudine all'apprendimento ed allo sviluppo dell'intelligenza, fecero assembrare i gruppi sparsi in un unico territorio e li condussero dalla condizione ferina alla giustizia ed alla convivenza civile [mansuetudinem]. Fu proprio allora, ovvero dopo la scoperta di un diritto divino ed umano, ch'essi cinsero con mura (1) la "cosa comune" - che oggi diciamo "pubblica" [la res publica ? appunto lo Stato]; (2) gli aggruppamenti di uomini - che in seguito hanno preso il nome di "comunit? cittadine"; (3) gli assembramenti di case - che oggi chiamiamo "citt?".
Trad. Bukowski
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