Data:
15/12/2002 13.39.55
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Cicerone, Le leggi, I, 58 passim
(Cos?) risulta che [fit ut] la sapienza sia la madre di tutti i beni, e dall'amore per essa si coni?, con accezione greca, il nome di "filosofia" ["amore per la spaienza", appunto], rispetto alla quale [II term. di paragone] nulla di pi? fecondo, nulla di pi? fiorente, nulla [nulla? nulla? nulla?; anafora] di pi? eccellente ? stato donato dagli d?i immortali all'esistenza umana. Infatti, essa sola [una] c'insegn?, da un lato [cum, in correlazione col successivo "tum"], tutte le altre cognizioni [res, cose], dall'altro - cosa che ? in assoluto pi? difficile - a conoscere noi stessi; e il significato e la profondit? [vis] di tal insegnamento ? tale che esso venne attribuito non ad un uomo qualsiasi, ma (addirittura) al dio di Delfi [Apollo]. Infatti, colui che conoscer? se stesso, innanzitutto sentir? d'avere in s? qualcosa di divino e sar? consapevole di quanti mezzi possieda per conseguire e mantenere la sapienza (stessa).
Trad. Bukowski
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