Data:
17/12/2002 15.10.34
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Cicerone, Tusculane, II 5
II. [5] Sed et huius culpae et ceterorum vitiorum peccatorumque nostrorum omnis a philosophia petenda correctio est. Cuius in sinum cum a prirnis temporibus aetatis nostra voluntas studiumque nos compulisset, his gravissimis casibus in eundem portum, ex quo eramus egressi, magna iactati tempestate confugimus. 0 vitae philosophia dux, o virtutis indagatrix expultrixque vitiorum! quid non modo nos, sed omnino vita hominum sine te esse potuisset? Tu urbis peperisti, tu dissipatos homines in societatem vitae convocasti, tu eos inter se primo domiciliis, deinde coniugiis, tum litterarum et vocum communione iunxisti, tu inventrix legum, tu magistra morum et disciplinae fuisti; ad te confugimus, a te opem petimus, tibi nos, ut antea magna ex parte, sic nunc penitus totosque tradimus. Est autem unus dies bene et ex praeceptis tuis actus peccanti inmortalitati anteponendus.
Ma il rimedio per questo nostro difetto, e anche per tutti gli altri nostri vizi e le nostre colpe, va cercato unicamente nella filosofia. In seno ad essa fin dai primi anni della mia vita mi sospinsero la volont? e la passione; e nello stesso porto da cui ero uscito torno a rifugiarmi in questo triste momento, nella furia della tempesta. O filosofia, guida della vita, tu che sei fatta per scoprire la virt? e per scacciare i vizi! Che sarebbe stato non dico di me, ma della vita umana in genere, se non ci fossi stata tu? Tu hai fatto nascere le citt?, tu hai raccolto a vita sociale gli uomini dispersi, tu li hai riuniti coi vincoli delle abitazioni prima e dei matrimoni poi, e soprattutto con la comunanza della scrittura e del linguaggio; tu hai inventato le leggi, tu sei stata maestra della morale e dell'ordinamento civile. In te io cerco rifugio, a te chiedo aiuto, e se gi? in passato mi affidai molto a te, ora mi metto interamente nelle tue mani. Meglio un giorno solo, speso bene e nell'osservanza dei tuoi precetti, che una vita infinita trascorsa nel vizio. E quale aiuto dovremmo mai preferire al tuo, quando tu ci hai fatto dopo della serenit?, e hai eliminato il terrore della morte?
Trad. A. Di Virginio
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