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bukowski
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Re: V.Massimo
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Data:
18/12/2002 23.10.38
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Valerio Massimo, detti e fatti memorabili, V 1.ext.6
Hannibal enim Aemilii Pauli apud Cannas trucidati quaesitum corpus, quantum in ipso fuit, inhumatum iacere passus non est. Hannibal Ti. Gracchum Lucanorum circumuentum insidiis cum summo honore sepulturae mandauit et ossa eius in patriam portanda militibus nostris tradidit. Hannibal M. Marcellum in agro Bruttio, dum conatus Poenorum cupidius quam consideratius speculatur, interemptum legitimo funere extulit punicoque sagulo et corona donatum aurea rogo inposuit. ergo humanitatis dulcedo etiam in <ef>ferata barbarorum ingenia penetrat toruosque et truces hostium mollit oculos ac uictoriae insolentissimos spiritus flectit. nec illi arduum ac difficile est inter arma contraria, inter destrictos conminus mucrones placidum iter reperire. uincit iram, prosternit odium hostilemque sanguinem hostilibus lacrimis miscet.
Annibale, infatti, fatto cercare [quaesitum] il cadavere di Emilio Paolo, caduto ucciso a Canne, non permise - per quanto fosse nelle sue facolt? [in ipso] - che (quello) giacesse insepolto. (Sempre) Annibale fece seppellire con sommo onore Ti(berio) Gracco, caduto in un'imboscata ordita dai Lucani e fece consegnare le sue spoglie ai nostri soldati, che le facessero rientrare in patria [lett. (spoglie) da riportare?]. (Ancora Annibale,) fece onorare con degne esequie M(arco) Marcello - caduto ucciso nel territorio Bruzzio, mentre spiava i tentativi [conatus] dei Cartaginesi pi? con temerariet? che con circospezione - e (ne), fece porre sul rogo (la salma) avvolta in un mantello di porpora [l'espressione ? poetica; lett. mantello cartaginese] e cinto d'una corona d'oro. Ci? vuol dire che [lett. dunque] la dolcezza dell'umana sensibilit? [humanitatis] penetra anche nelle indoli [ingenia] efferate dei barbari, addolcisce lo sguardo [oculos] torvo e truce dei nemici e modera gli insolentissimi ardori che seguono una vittoria [lett. di una vittoria]. N? a quella [ovvero, all'humanitas] riesce arduo e difficile - pur tra armi contrapposte, pur tra le armi [mucrones] sguainate nel corpo a corpo [comminus], imboccare una possibilit? di pace [lett. una via di pace]. (L'humanitas) vince l'ira, spegne l'odio e fa mescolare il sangue nemico alle nemiche lacrime.
Trad. Bukowski
Valerio Massimo, detti e fatti memorabili, V 5.4 passim
Non erit ingratum, si militis summa erga fratrem suum pietas huic parti uoluminis adhaeserit: is namque in castris Cn. Pompei stipendia peragens, cum Sertorianum militem acrius sibi in acie instantem conminus interemisset iacentemque spoliaret, ut fratrem germanum esse cognouit, multum ac diu conuicio deos ob donum impiae uictoriae insecutus, prope castra transtulit et pretiosa ueste opertum rogo inposuit. ac deinde subiecta face protinus eodem gladio, quo illum interemerat, pectus suum transuerberauit seque super corpus fratris prostratum communibus flammis cremandum tradidit. licebat ignorantiae beneficio innocenti uiuere, sed ut sua potius pietate quam aliena uenia uteretur, comes fraternae neci non defuit.
Non riuscir? affatto sgradito, se a questa sezione della (mia) opera verr? aggiunta come appendice [il tutto sta per "adheserit" - adheresco] (un episodio riguardante) l'amore fraterno [pietas; che si tratti di affetto fraterno, si evince dal s?guito del brano] di un soldato (dimostrato) nei confronti del proprio fratello: quello [il soldato], infatti, stava prestando servizio di leva ["peragere stipendia" ? idiomatico] al comando di Gneo Pompeo [lett. negli accampamenti di?], quando uccise, in un corpo a corpo [comminus], un soldato di Sertorio che lo aveva attaccato [instantem in acie sibi] in modo piuttosto violento; ne stava spogliando il cadavere (per acquisirne trionfale bottino), quando riconobbe in quello un suo fratello carnale [come vedi, sto "sciogliendo" le subordinate per scorrevolezza]. Dopo aver molto ed a lungo imprecato contro gli d?i, perch? gli avevano offerto l'opportunit? di quella empia [perch? fratricida] vittoria, trasport? (il cadavere) [tutti questi transitivi reggono il precedente "iacentem"] nei pressi dell'accampamento e, rivestitolo di una veste preziosa, lo mise sul rogo. Appena appiccato il fuoco, si trafisse il torace con la stessa spada con la quale aveva ucciso l'altro [lett. quello, il fratello] e si gett? sul cadavere del fratello per essere arso da comuni fiamme. Avrebbe potuto tranquillamente [licebat] continuare a vivere da innocente - in virt? della sua inconsapevolezza (di star commettendo un fratricidio, al momento dell'uccisione del nemico); eppure - per accondiscendere [ut uteretur; regge abl.] al proprio amore fraterno piuttosto che all'altrui [aliena] perdono - non esit? [lett. manc?] ad essere unito al fratello nella morte.
Trad. Bukowski
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• V.Massimo Re: V.Massimo
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