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Mittente:
patroclo
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Data:
30/12/2002 17.32.18




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Si dice che durante il terremoto in Campania, un gregge di seicento pecore sia stato trovato privo di vita nella zona di Pompei. Non crederemmo che ci? sia accaduto a quelle pecore per la paura. Sappiamo che dopo i grandi terremoti avviene che scoppi una pestilenza. E la cosa non deve destare stupore: infatti molti miasmi velenosi si nascondono nei recessi sotterranei. Ma l?aria stessa, che languisce chiusa in un?eterna notte, diventa malsana per chi la respira e, resa mefitica dal putridume delle fiamme interne, macchia e contamina la nostra atmosfera, pura e limpida, e apporta nuovi tipi di malattie.Anche le acque sotterranee, dense e inquinate da una caligine pesante ed eterna, portano con s? null?altro se non veleno nocivo ai nostri corpi. E pure l?aria, che ad esse ? mescolata e che ristagna tra quelle paludi, quando vien fuori sparge tutt?intorno la sua pestilenza. Le greggi, poi, nelle quali l?epidemia suole diffondersi, l?avvertono pi? facilmente, poich? sono alquanto affamate e soprattutto perch? vivono in spazi aperti e bevono le acque che sono le principali responsabili dell?epidemia (lett.: fanno uso del cielo aperto e delle acque, delle quali grandissima ? la colpa nella pestilenza). Quindi non mi meraviglio del fatto che le pecore siano state colpite, poich? mantengono la testa molto vicina al suolo, avendo respirato le esalazioni dell?aria inquinata circostante lo stesso terreno.

Seneca, Naturales quaestiones.
Trad.: Aiace Telamonio
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