Data:
04/01/2003 14.10.48
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Seneca, La brevit? della vita, III passim
Suvvia, fa un bilancio della tua vita. Calcola quanto da questo tempo hanno sottratto i creditori, quanto le donne, quanto i patroni, quanto i clienti, quanto i litigi con tua moglie, quanto i castighi dei servi, quanto le visite di dovere attraverso la citt?; aggiungi le malattie, che ci siamo procurati con le nostre mani, aggiungi il tempo che giacque inutilizzato: vedrai che hai meno anni di quanti ne conti. Ritorna con la mente a quando sei stato fermo in un proposito, quanti pochi giorni si sono svolti cos? come li avevi programmati, a quando hai avuto la disponibilit? di te stesso, a quando il tuo volto non ha mutato espressione, a quando il tuo animo ? stato coraggioso, che cosa di positivo hai realizzato in un periodo tanto lungo, quanti hanno depredato la tua vita mentre non ti accorgevi di cosa stavi perdendo, quanto ne ha sottratto un vano dispiacere, una stupida gioia, un?avida bramosia, una piacevole discussione, quanto poco ti ? rimasto del tuo: capirai che muori anzitempo". Dunque qual ? il motivo? Vivete come se doveste vivere in eterno, mai vi sovviene della vostra caducit?, non ponete mente a quanto tempo ? gi? trascorso; ne perdete come da una rendita ricca ed abbondante, quando forse proprio quel giorno, che si regala ad una certa persona od attivit?, ? l?ultimo. Avete paura di tutto come mortali, desiderate tutto come immortali.
Trad. Aiace 47 Fonte: www.splash.it
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