Data:
05/01/2003 20.36.58
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T'invito a non esagerare in richieste.
(Cos?) parl?: "O soldati, poco ci ? mancato che l'umana scelleratezza non mi sottraesse a voi [lett. la costruzione ? al pass.]: sono vivo per volere e misericordia divina [oggi si direbbe: per miracolo]; la vista di questa vostra rispettabile adunanza [lett. "venerabilis" ? legato a "conspectus"; "vestri" ? gen. oggettivo] m'ha spinto ad infierire, con molta severit?, nei confronti dei responsabili di tanto oltraggio [perifrasi per "parricidis"], dato che il principale, anzi (direi) l'unico obiettivo della mia vita ? poter dar prova di riconoscenza [referre gratiam, idiomatico] a uomini tanto valorosi e a me fedeli [de me optime meritis, idiomatico; il contesto ? evidentemente ironico]". Lo spesso brusio dei soldati tronc? il discorso; la commozione fu generale. Il re riprese: "Ah, quanto pi? grande indignazione susciter? nei vostri cuori, quando riveler? [lett. fut. ant.; legge anteriorit? dei futuri] i responsabili di cotanto misfatto! Un certo pudore [lett. reformido, aver paura, timore] mi spinge ancora a non far menzione di loro: m'astengo dal far nomi, per preservare in un certo senso la loro incolumit?. Ciononostante, il ricordo dell'antico legame (che mi unisce a loro) dev'essere spezzato e (di contro) l'empia congiura di costoro [lett. coniuratio civium impiorum] dev'essere smascherata. In che modo, del resto, potrei tacere cotanto sacrilegio? Parmenione, da sempre nelle grazie mie [? Alessandro che parla] e di mio padre, (pur essendo) il pi? antico di tutti i nostri fidati [Parmenione era un vecchio generale leale a Filippo II, prima, e quindi ad Alessandro; contrario tuttavia al carattere esuberante di Alessandro, ed alla sua smania di conquista, si fece coinvolgere in un complotto contro il condottiero, da cui - una volta scoperto - venne condannato a morte, insieme col figlio Filota (per il quale vd. oltre)], si ? rivelato essere a capo di un simile delitto! Il suo subordinato [ed anche figlio], Filota, ha istigato contro di me [subornavit in caput meum] Peucola, Demetrio e il qui presente [hunc? cuius corpus aspicitis] Dimno, e altri individui della stessa risma". Un fremito di indignazione e di deplorazione, (levatosi) da ogni dove, risuonava per l'intera assemblea, com'? tipico di una folla, in particolar modo composta da militari, in preda all'eccitazione o all'ira. Fatti quindi avanzare Nicomaco, Metrone e Cebalino, rendono testimonianza dei capi d'accusa. Dalla testimonianza di nessuno di loro spunta fuori il nome di Filota quale connivente del misfatto. Ai toni accesi dall'indignazione segu?, pertanto, la reticenza delle testimonianze.
Trad. Bukowski
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