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bukowski
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Trad. Cicerone, Familiares IX, 1
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Data:
13/01/2003 18.16.32
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Cicerone, Familiares IX, 1
Ex iis litteris, quas Atticus a te missas mihi legit, quid ageres et ubi esses, cognovi; quando autem te visuri essemus, nihil sane ex iisdem litteris potui suspicari. In spem tamen venio appropinquare tuum adventum: qui mihi utinam solatio sit! etsi tot tantisque rebus urgemur, nullam ut allevationem quisquam non stultissimus sperare debeat; sed tamen aut tu potes me aut ego te fortasse aliqua re iuvare; scito enim me, posteaquam in urbem venerim, redisse cum veteribus amicis, id est cum libris nostris, in gratiam; etsi non idcirco eorum usum dimiseram, quod iis suscenserem, sed quod eorum me suppudebat; videbar enim mihi, cum me in res turbulentissimas infidelissimis sociis demisissem, praeceptis illorum non satis paruisse. Ignoscunt mihi, revocant in consuetudinem pristinam teque, quod in ea permanseris, sapientiorem quam me dicunt fuisse. Quamobrem, quoniam placatis iis utor, videor sperare debere, si te viderim, et ea, quae premant, et ea, quae impendeant, me facile transiturum. Quamobrem, sive in Tusculano sive in Cumano ad te placebit sive, quod minime velim, Romae, dummodo simul simus, perficiam profecto, ut id utrique nostrum commodissimum esse videatur.
Attico mi ha letto la lettera che gli hai inviato e cosi ho saputo che cosa fai e dove sei, ma quando potremo vederti non sono riuscito davvero a congetturarlo dalla tua lettera. Ho speranza tuttavia che la tua venuta sia vicina: e vorrei proprio poterne avere conforto, anche se siamo incalzati da tante e tali cose che nessuno, a meno che non sia proprio sciocco, pu? sperare qualche sollievo; e tuttavia credo che in qualche cosa potremo darci reciproco aiuto. Perch? devi sapere che, dopo il mio ritorno a Roma, mi sono riconciliato con i vecchi amici, con i nostri libri, intendo. Se avevo cessato di frequentarli non era certo perch? fossi in collera con loro, ma perch? di fronte a loro sentivo una certa vergogna: mi pareva di non aver obbedito abbastanza ai loro insegnamenti per essermi immerso nelle acque agitate della politica, in compagnia di persone prive di qualsiasi lealt?. Ma essi mi perdonano, mi richiamano alla familiarit? d'un tempo, mi dicono che tu sei stato pili saggio di me, tu che hai sempre saputo conservare quell'antica familiarit?. Cos?, fatta la pace con loro, mi sembra di dover sperare che, se ti vedr?, mi sar? facile sopportare il peso delle cose presenti e la minaccia di quelle future. Perci?, che tu scelga Tuscolo o Cuma, da te, oppure Roma (ma preferirei di no), purch? si possa stare insieme, far? certamente in modo che il nostro incontro riesca, a giudizio di entrambi, il pi? piacevole e gradito.
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• Trad. Cicerone, Familiares IX, 1
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