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bukowski
Re: versione di Aulo Gellio   stampa
Data:
14/01/2003 22.31.51




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Gellio, Notti attiche, XII, 8

I. P. Africanus superior et Tiberius Gracchus, Tiberii et C. Gracchorum pater, rerum gestarum magnitudine et honorum atque vitae dignitate inlustres viri, dissenserunt saepenumero de republica et ea sive qua alia re non amici fuerunt.
II. Ea simultas cum diu mansisset et sollemni die epulum Iovi libaretur atque ob id sacrificium senatus in Capitolio epularetur, fors fuit, ut aput eandem mensam duo illi iunctim locarentur.
III. Tum quasi diis inmortalibus arbitris in convivio Iovis optimi maximi dexteras eorum conducentibus repente amicissimi facti. Neque solum amicitia incepta, sed adfinitas simul instituta;
IV. nam P. Scipio filiam virginem habens iam viro maturam ibi tunc eodem in loco despondit eam Tiberio Graccho, quem probaverat elegeratque exploratissimo iudicii tempore, dum inimicus est.

Publio Africano il Vecchio e Tiberio Gracco, padre di Tiberio e Caio Gracco, personaggi famosi per la grandezza delle gesta compiute, le cariche rivestite e la dignit? della loro vita, si trovarono sovente in contrasto su pubbliche questioni e per tal motivo, o per altri, non furono mai amici. Questa ostilit? durava da lungo tempo quando in un giorno festivo si trovarono a partecipare ad un banchetto a Giove che a causa di questa cerimonia il Senato offriva in Campidoglio, e volle il caso che ambedue si trovassero vicini alla stessa mensa. Allora, quasi che dagli d?i immortali in quel convito dedicato a Giove Ottimo Massimo le loro destre fossero spinte a congiungersi, divennero subitamente grandi amici. E non solo nacque un'amicizia, ma ne deriv? anche una parentela, giacch?, avendo Publio Scipione una figlia vergine ma gi? da marito, in quello stesso momento e luogo la fidanz? a Tiberio Gracco, che egli aveva scelto e approvato in un tempo certamente il pi? favorevole per giudicare, quando cio? gli era nemico.

Trad. L. Rusca
  versione di Aulo Gellio
      Re: versione di Aulo Gellio
 

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