Data:
17/01/2003 1.16.59
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Mannaggi'a capa, Paolo: pi? che un "capitoletto", direi che ? met? di un breve scritto. Comunque, a parte gli scherzi, richieste pi? brevi [ci ho rimesso 2 ore della mia meravigliosa vita :), dando fondo a tutte le mie reminiscenze liceali in quanto a geografia astronomica] e meno frequenti pls. Salutissimi.
I moti apparenti del Sole.
La Terra ? sottoposta a tre movimenti: I MOTO - in primo luogo, il movimento che avviene lungo l' orbis magnus [veniva cos? chiamata l'orbita di rivoluzione della Terra; lo lascer? intradotto e per brevit? lo sigler? OM], intorno al Sole, percorrendo la successione dei segni (zodiacali), per un periodo di tempo corrispondente ad un anno, e descrivendo sempre archi uguali in tempi uguali [dunque, con velocit? costante]. La distanza dal centro dell'OM al centro del Sole corrisponde a 1/25 del suo raggio [dato che il centro dell'OM non coincide con il Sole, ne consegue che nel "Commentariolus" il Sole non ? inteso da Copernico essere, a rigore, al centro dell'universo]. Dato che, a quanto si suppone, il raggio di quest'OM ha una lunghezza infinitamente trascurabile rispetto all'altezza del firmamento, ne consegue che il Sole sembra ruotare con un movimento tale, come se la Terra si trovasse nel centro dell'universo. In realt?, questa aberrazione ? causata dal moto non gi? del Sole, ma della Terra stessa, tale che, ad esempio, quando questa [la Terra] si trova nella casa del Capricorno, il Sole si scorge nel Cancro, e dunque su una posizione diametralmente opposta, e cos? via. Come gi? accennato, il Sole, inoltre - a causa della distanza che lo separa dall'OM - sembrer? sottoposto ad un moto non uniforme: per la precisione, si calcola un'aberrazione massima di 2 gradi e 1/6. Il Sole, inoltre, subisce una deviazione costante, dal centro dell'OM fino ad un punto del firmamento - fissato nella pi? brillante tra le stelle localizzate all'altezza del capo dei Gemelli - di circa 10 gradi ad ovest. Se ne conviene che il Sole viene scorto nella sua altezza massima allorquando la Terra si trova sul fronte opposto a questo punto, ed il centro dell'orbita si trova tra essi frapposto. Dunque, all'interno questo cerchio non solo orbita la Terra, ma qualsiasi altra cosa si annoveri inclusa nella sfera lunare. II MOTO - ? il moto di rivoluzione giornaliera, tipico della Terra, che gira intorno al suo asse [lett. poli], secondo la direzione dei segni (dello Zodiaco) e dunque da ovest ad est. In virt? di tale (rotazione), si ha l'impressione che l'intero universo giri su se stesso a grande velocit?. In realt?, ? la Terra che ruota, e con essa le acque e l'atmosfera che la ricoprono. III MOTO: ? il moto di declinazione. L'asse intorno a quale si compie la rotazione giornaliera non ? parallelo all'asse dell'OM, ma risulta inclinato rispetto ad esso secondo un angolo che, individuato su una circonferenza, coincide all'incirca a 23 gradi e 1/2, (secondo le stime a noi) contemporanee.
E dunque, mentre il centro della Terra rimane sempre sul piano dell'ellittica - ovvero all'interno della circonferenza dell'OM - i suoi [della Terra] poli ruotano, descrivendo entrambi piccoli cerchi, i cui centri sono equidistanti dall'asse dell'OM. Questo moto avviene per un periodo corrispondente all'incirca ad un anno, coincidendo praticamente alla rivoluzione annuale che si compie sull'OM. In realt?, l'asse dell'OM ha un'orientazione costante verso i punti del firmamento che vengono definiti "poli dell'ellittica". Parimenti, il moto di declinazione, unitamente al moto lungo l'OM, punterebbe i poli relativi al moto di rivoluzione giornaliera costantemente agli stessi riferimenti del cielo, se i periodi delle rivoluzioni coincidessero con esattezza. Ora, attraverso lunghi intervalli temporali, s'? appurato che la posizione della Terra, rispetto a quei riferimenti celesti, muta, dalla qual cosa ? invalsa la comune opinione secondo la quale sarebbe lo stesso firmamento a muoversi, per una serie indefinita - e per un criterio non sufficientemente dimostrabile - di moti propri. In realt?, si pu? dimostrare, con maggior plausibilit?, che il tutto ? legato al moto di rivoluzione terrestre.
M'astengo dal discettare a riguardo della direzione assunta dai poli. Mi basta, ricorrendo a banalissime esperienze, appurare che l'ago magnetizzato di una bussola punta sempre nella stessa direzione. Tuttavia, m'? sembrata soluzione pi? che ragionevole presupporre l'esistenza di una sfera - la quale sar? necessariamente sublunare - il cui moto detti il movimento dei poli stessi.
Visto che l'uniformit? dei moti dev'essere stabilita non in riferimento agli equinozi, bens? alle stelle fisse - e la ragione ? che i punti equinoziali e gli altri riferimenti cardinali della Terra sono soggetti generalmente a variazioni - cade irrimediabilmente in errore chiunque si ostini a derivare da essi l'uniformit? della rivoluzione annua: i calcoli ottenuti in et? diverse, attraverso molteplici misurazioni, si sono rivelati, a ragione, discordanti. Ipparco la fiss? in 365 giorni e 1/4 [= 6 ore]; l'astronomo [Chaldaeus] al-Battani in 365gg 5h 46m, ovvero di 13m e 3/5, praticamente 1/3, pi? breve rispetto a Tolomeo; l'Ispanico, ancora, rispetto a quest'ultima, pi? lunga di 1/20 d'ora [= 3m], e dunque in 365g 5h e 49m. Come si vede, c'? una discrepanza; tuttavia, se si fosse proceduto con accuratezza, si sarebbe notato che tale discrepanza di calcolo risulta sempre legata alla precessione [mutabilitate] degli equinozi. C'? uno spostamento di 1 grado ogni 100 anni: dunque, la misurazione della rivoluzione annuale effettuata da Tolomeo era effettivamente esatta, in relazione al suo tempo [la nuova misurazione, giocoforza, non corrisponder? a quella di Tolomeo, proprio in virt? dell' "aggiustamento" che si dovrebbe fare in relazione alla suddetta precessione; il periodo successivo lo riassumo e rendo a senso, dato che il senso (appunto) ? oramai chiaro]: la durata della rivoluzione annua, insomma, ? inversamente proporzionale allo spostamento legato alla precessione dei punti cardinali [tanto brevior annus factus est, quanto translatio cardinum esset maior, e come poco dopo in pratica ribadisce: nam occursu velociori breviori tempore annuum excipiebant motum]. Corretto espediente ?, allora, avere come riferimenti, nel computo della durata della rivoluzione annua, le stelle fisse; come ho fatto io, eleggendo a riferimento la Spiga - stella della costellazione della Vergine: cos? facendo, ho riscontrato che la mia misurazione - in 365gg 6h e 1/6 di ora [= 10 m] - va a coincidere con quanto calcolato all'epoca degli Egizi: se ne deduce che tale misurazione non subisce variazioni nel tempo. Lo stesso criterio dev'essere seguito anche in riferimento agli altri moti delle stelle, dato che le loro orbite, e l'intera volta celeste, seguono le leggi universali dei moti, com'? appurato.
Trad. Bukowski
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