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Mittente:
bukowski
cicerone - post reditum 21-22   stampa
Data:
23/01/2003 13.37.47




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Cicerone, Post reditum, 21-22

[21] Iam ceterorum officia <ac> studia vidistis, quam cupidus mei C. Cestilius, quam studiosus vestri, quam non varius fuerit in causa.
Quid M. Cispius? cui ego ipsi, parenti fratrique eius sentio quantum debeam ; qui, cum a me voluntas eorum in privato iudicio esset offensa, publici mei beneficii memoria privatam offensionem oblitteraverunt.
Iam T. Fadius, qui mihi quaestor fuit, M. Curtius, cuius ego patri quaestor fui, studio, amore, animo huic necessitudini non defuerunt.
Multa de me C. Messius et amicitiae et rei publicae causa dixit, legem separatim initio de salute mea promulgavit.
[22] Q. Fabricius si, quae de me agere conatus est, ea contra vim et ferrum perficere potuisset, mense Ianuario nostrum statum reciperassemus; quem ad salutem meam voluntas impulit, vis retardavit, auctoritas vestra revocavit. Iam vero praetores quo animo in me fuerint, vos existimare potuistis, cum L Caecilius privatim me suis omnibus copiis studuerit sustentare, publice promulgarit de mea salute cum collegis paene omnibus, direptoribus autem bonorum meorum in ius adeundi potestatem non fecerit. M. autem Calidius statim designatus sententia sua, quam esset cara sibi mea salus, declaravit.

[21] Avete gi? constatato le amorevoli attenzioni [l' "ac" denuncia un'endiadi molto stretta; pu? essere una soluzione "elegante" rendere uno dei due termini in forma attributiva] degli altri (nei miei confronti): quanto C. Cestilio m'abbia avuto a cuore, quanta devozione abbia mostrato nei vostri confronti, quanta fermezza abbia rivelato nel (sostenere la mia/nostra) causa. Passando a M. Cispio: che cosa (non ha fatto per me)! [rendere questa interrogativa con un'esclamazione pu? essere un'altra soluzione "elegante"]. Mi rendo ben conto di quanto io sia debitore a lui, a suo padre e a suo fratello; nonostante io avessi fatto loro un torto in una questione privata [lett. nonostante un loro disegno fosse stato da me?], costoro [Cispio appunto & company (padre + fratello)] hanno messo da parte il risentimento personale, rispettando la memoria [potremmo rendere cos? questo abl. strumentale] del mio buon operato politico. Inoltre [qui "iam" usato nella sua funzione di transizione; in part. di enumerazione], Tito Fadio, ch'? stato il mio questore e M. Curzio, del cui padre io sono stato [idem] questore, non (mi) sono venuti meno [= mi sono stati molto vicini] in questa (mia) disgrazia, mostrando attaccamento e affetto (nei miei riguardi), nonch? coraggio.
C. Messio (infine) ha speso molte (parole) in mia difesa ["de me" = "pro me"], sia in nome [causa + genitivo] dell'amicizia (che ci legava) che (in nome della salvezza) dello Stato; e, a prescindere da ci? [separatim], sin da principio pubblic? una proposta di legge concernente la mia salvezza [faccio notare l'inflessione che "salus" prende nello specifico riferimento ad un esiliato: la "salus", per un esiliato, corrispondeva appunto nel "richiamo dall'esilio", ovvero nella reintegrazione dei suoi diritti civili e politici nella comunit?].

[22] Se Quinto Fabrizio fosse riuscito a portare a termine - nonostante [contra] la violenza delle armi [leghiamo l'endiadi; s'intende, ovviamente, la violenza della parte avversa] - i suoi tentativi di risolvere la mia situazione [lett. ci? che tentava (per l'uso dell'impf. vd dopo) di fare a mio riguardo], io sarei stato reintegrato nella mia condizione civile e giuridica [status; lett. avrei recuperato?; il pl. ? di maest?] (gi?) nel mese di gennaio. (Tuttavia, mentre) la (sua) inclinazione lo spingeva [ecco qui; nelle narrazioni, la lingua latina usa >normalmente< il perfetto in luogo dell'imperfetto italiano, per indicare azione del tutto passata] a venirmi in aiuto, (da una parte) la violenza (degli avversari politici) lo ostacolava, (dall'altra, il rispetto per) la vostra autorevolezza lo dissuadeva [revocavit].

--- Pausa stilistica. Faccio notare come Cicerone "incastri" - in modo diremmo provocatorio, e sicuramente significativo - vis tra salus ed auctoritas; e come, inoltre, rifugga dall'uso della "sindesi" per conferire maggior valore alla climax ascendente [me - loro - vostra; salvezza (condizione di attuale privazione di potere politico) - violenza (uso distorto del potere politico) - autorit? (massima espressione del potere politico)]. Come si vede, un "semplice" passaggio, che pu? correre via anche inosservato, ? invece una rivelazione assoluta della somma perizia oratoria di Cicerone, nonch? della sua convinzione politica: laddove oratoria e politica vivono, come sempre in Cicerone, in strettissima simbiosi ---

Inoltre [iam vero], quale sia stata la disposizione d'animo dei pretori nei miei confronti, l'avete potuto (ben) appurare, allorquando Lucio Cecilio, sul versante privato, molto s'adoper? per offrirmi aiuto con tutti i mezzi che aveva a disposizione [lett. con tutti i suoi mezzi/risorse], (mentre) sul versante politico [publice], avanz? una proposta di legge inerente al mio ritorno [de mea salute; cfr. par. 21], in accordo con la quasi unanimit? dei suoi colleghi (di parte), impedendo [non fecerit potestatem], inoltre, ai saccheggiatori delle mie propriet? di procedere per vie legali [s'intende: procedere per ottenere, ovviamente disonestamente, il possesso legale dei beni usurpati].
Infine, Marco Calidio - non appena [statim] eletto [ovvero "designato" per entrare in carica l'anno successivo] - mostr? chiaramente, con la sua dichiarazione di voto [sua sententia; in questo contesto equivale pressappoco all'attuale discorso programmatico fatto dal presidente del consiglio alle Camere per ottenerne la fiducia], quanto gli stesse a cuore la mia salvezza.

Tradd. Bukowski
  cicerone - post reditum 21-22
 

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