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Mittente:
bukowski
Re: versione+regole   stampa
Data:
26/01/2003 16.08.13




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L'unica difficolt? di questa traduzione ? rappresentata dallo stile molto "asciutto" (per cos? dire) dell'autore. Non ci sono particolari "regole", come tu le chiami.

Varrone, Lingua latina, V, 32 passim

E' cosa risaputa [constat, qui impersonale reggente infinitiva] che il Lago Curzio, (che si trova collocato) nel Foro, abbia preso il proprio nome [dictum] da un (tale) Curzio; a riguardo di ci? [de eo; argomento] (tuttavia sussiste) una triplice versione leggendaria [historia; come si evince dal s?guito, la perplessit? verte non solo sull'episodio da cui il nome scatur?, ma anche a riguardo dell'effettiva identit? del Curzio che "prest?" il nome al lago; durante la trad. ti enumero le versioni]; infatti, Procilio non riporta la stessa (ipotesi) avanzata da Pisone, n? tantomeno quella avanzata da Cornelio.
Procilio [1], infatti, sostiene [lett. pass.; tieni d'occhio questo "relatum" (refero), dato ch'esso "regge" tutte le infinitive successive, fino a "(?) reliquisse genti suae monumentum"; per facilitarti la comprensione, ripeto ogni volta: "Procilio sostiene"] che in quel punto la terra sia sprofondata [ovvero, si cre? una voragine nel suolo] e che, per decreto del senato [S.C. = S(enatus) C(onsultum)] l'accaduto [id] (venne) demandato [relatum] agli aruspici [erano sacerdoti che interpretavano ed emettevano responsi su fenomeni naturali, intesi quali segni di manifestazione divina: in questo caso, una voragine prodottasi naturalmente]. (Procilio inoltre sostiene che) il responso (degli aruspici fu di) officiare [postulare] ad un sacrificio rivendicato [postilionem; "postilio" era un sacrificio rivendicato da d?i che si sentivano, in certo modo, "trascurati"] dagli d?i Mani [genitivi pl.]: in altre parole [id est, ovvero] (che) si facesse precipitare [demitti; e dunque, si sacrificasse] in quella voragine [eo, avv. luogo, l?] un cittadino di grande valore.
(Procilio, ancora, sostiene che) dunque, un certo Curzio - un uomo valoroso - armato (di tutto punto) salt? in groppa al (suo) cavallo, ma strattonato [versum - verto] dalla (dea) Concordia [era la dea che salvaguardava la "sicurezza" dei Romani], precipit? (appunto) - insieme col cavallo [cum eo] - (in quella voragine). (Procilio, infine, sostiene che) avvenuto ci?, la voragine si sia ristretta [coisse - coeo; come se avesse inghiottito il cavaliere] e che il corpo di quell'(uomo) venne seppellito [humasse] per prodigio divino [divinitus], lasciando testimonianza (di tale volere divino) al proprio popolo.
Pisone [2] (invece), nei (suoi) Annali, scrive che - durante la guerra Sabina, combattuta tra Romolo e Tazio [lett. la costr. ? quella del dat. di possesso] - un eroe sabino molto valoroso, (il cui nome era) Mezio Curzio - dato che Romolo, con le sue (truppe) aveva spiegato l'assalto da un'altura [ex superiore parte] - ripar? [secessisse, si ritir?] in una zona paludosa - che a quel tempo si trovava [fuit; perf. latino - imperfetto italiano per narrazioni compiute] nel Foro, prima che venissero costruite le cloache [= fogne] - e che (da l? poi) raggiunse i suoi, sul Campidoglio. (Ebbene) il Lago Curzio (secondo Pisone) da costui avrebbe acquisito il proprio nome.
Cornelio e Lutazio [3] (infine) scrivono che quel luogo venne colpito da un fulmine [altro evento naturale, tra i pi? frequenti, generalmente interpretato come segno della volont? divina] e che, su decreto del senato, venne recintato [septum = saeptum - saepio]. La quale operazione venne fatta eseguire dal console Curzio, del quale M. Genucio era [fuit; perf. latino - imperfetto italiano per narrazioni compiute] collega (di consolato) [i consoli, come saprai, erano in due]: (e proprio da tale console il lago) avrebbe preso il nome di "Curzio".

Trad. Bukowski
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