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bukowski
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Data:
26/01/2003 16.10.01
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Stratosfe', 'ste versioni si leggono e si traducono?.
I Un contadino, oramai molto anziano, essendosi reso conto che la morte era vicina, chiam? (a s?) i figli; aveva, infatti, inteso che tra di loro c'era discordia. Ordin? [lett. "inquit", disse]: "Portate(mi) un fascio di ramoscelli". Portato [allato - adfero] il quale, ordin? loro di spezzarlo, se ne erano in grado; ma (essi) non ci riuscirono. Ma dopo ch'ebbe distribuito ad ognuno i ramoscelli [e dunque, dopo aver sciolto il fascio, e dato un ramoscello per ogni (singulis) figlio], ciascuno spezz? il proprio [suam] con molta facilit?. Allora il padre ammon? [lett. "inquit", disse]: "Vedete, dunque, miei carissimi figli, la forza dell'unione [lett. che cosa possa la concordia]. Chi oserebbe negare ci?? Fissatevi bene in mente, una volta per tutte [semper], che le piccole cose si rafforzano [crescere] grazie alla concordia, (mentre anche) le pi? grandi svaniscono a causa della discordia. Possiate (allora) sempre vivere in concordia [lett. voglia il cielo voi viviate?; formula di augurio].
II Gli abitanti di Corinto inviarono ad Alessandro - dopo ch'egli ebbe assoggettato in pratica [fere] l'intera Asia - degli ambasciatori, per omaggiarlo [qui? ; relativa finale] delle vittorie (conquistate) e per accordargli la cittadinanza nella propria citt? ["dono aliquem civitate" ? espressione idiomatica]. Poich? Alessandro si fece beffe di tale onore, uno dei legati [partitivo] (lo) ammon? [lett. "inquit", disse]: "A nessuno mai abbiamo concesso cittadinanza, ad eccezione di te ed Ercole; perch? la disprezzi?". Al che, Alessandro accett? ben volentieri l'onorificenza, accolse di buon animo gli ambasciatori, e di buon grado concesse (loro privilegi). In effetti, (in quell'occasione) ag? in rispetto [lett. ebbe in considerazione, tra s? e s?] non degli uomini che gli concedevano cittadinanza, ma di colui al quale [ovvero, del suddetto Ercole] essi l'avevano concessa prima di lui [ovvero, prima di Alessandro stesso]. Chi allora oserebbe mettere in discussione la decisione di Alessandro?
III L'oratore Pisone aveva ingiunto ai propri servi di rispondere solo se interrogati [lett.: soltanto alle domande], senza aggiungere una parola in pi?. Dopo alcuni giorni, Pisone invit? a pranzo Clodio, un tribuno della plebe, e ordin? che (per l'occasione) si preparasse un lauto [opipare] banchetto. Or dunque, dopo che Clodio s'era fatto aspettare a lungo - e il giorno stava ormai per finire - (Pisone) chiese a un servo: "E allora? Gli hai porto l'invito?" "Certo! [nelle risposte affermative, si ripeteva il verbo]" "E perch? allora (Clodio) non s'? fatto ancora vedere? [lett. non ? ancora venuto]" "Perch? ha declinato l'invito [renuit]!" "E perch? non me lo hai detto subito?" "Perch? non me lo hai chiesto!" [come affermato ad inizio brano, infatti, i servi avevano ricevuto l'ordine di parlare solo se interrogati].
Tradd. Bukowski
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