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bukowski
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28/01/2003 17.16.54




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In bokka al lupo ;)

I

Giustino, epitomi, XXXIII, 2 passim

Durante la battaglia, M. Catone - figlio dell'oratore Catone - mentre combatte [presenti narrativi; possono tradursi, senza errore, anche con tempi passati], mostrando straordinario valore [insigniter], tra i nemici serrati (intorno a lui), caduto da cavallo, si trova ad affrontare lo scontro a mo' di fante [ovvero: pur appartenendo alla cavalleria, caduto da cavallo, si trova a dover combattere come un fante, a piedi].
Infatti, un manipolo di nemici - con terribile urlo (di guerra) - l'aveva circondato mentre egli cadeva [cadentem], con l'intenzione di sgozzarlo [obtruncaturus, perifrastico] mentre era a terra [iacentem]. Ma egli, rialzatosi in un baleno [citius, abbastanza/molto in fretta], fece una strage [lett. pl.].
Mentre da ogni parte piombavano [convolarent] nemici per far fuori uno solo [ch'era appunto Catone], egli [non ci vuole il punto prima di "dum", bens? la virgola, altrimenti il periodo non fila] si getta all'attacco [petit] di un (soldato) [suppongo "quendam"] di notevole stazza [procerum]; la spada, sfuggitagli di mano, cadde in mezzo alla schiera nemica; al fine di recuperarla, (Catone) - proteggendosi con lo scudo - sotto gli occhi di entrambi gli eserciti [inspectante utroque exercitu], si gett? tra le armi nemiche e, recuperata la spada, a costo di [lett. ricevute] molteplici ferite, rientra tra i suoi (soldati), tra le grida di rabbia [cum clamore] dei nemici.
Gli altri (soldati), spinti ad emulare il suo coraggio, conquistarono [peperere = pepererunt - pario] la vittoria.


II

http://www.progettovidio.it/dettagli....

e passim successivo


III

Livio, Storia di Roma, XLI, 21 passim

L'epidemia - che l'anno precedente aveva falcidiato i bovini [lett. si era abbattuta sui?] - in quell'anno [eo] aveva attecchito sugli uomini. Coloro che (ne) erano stati contagiati, difficilmente superavano il settimo giorno; coloro (invece) che (il settimo giorno pur) erano riusciti a superarlo, venivano colti da una lunga (complicazione della) malattia: soprattutto febbre quartana. Soprattutto gli schiavi [servitia] morivano (a causa di quella malattia): in qualunque contrada si trovavano mucchi di loro cadaveri insepolti [lett. un mucchio [strages] di loro (cadaveri) insepolti era per ogni via]: (questo perch?) i servizi funebri [Libitina, per metonimia; Libitina era la dea dei morti] non erano sufficienti neanche a (fronteggiare) i funerali degli uomini liberi.
La putredine [tabes] intaccava i cadaveri, (che) non (venivano) toccati (neanche) da cani o avvoltoi; (anzi) era opinione alquanto diffusa [satis constabat] che, durante una tale moria [strage] di ovini e di uomini, non era stato intravisto (neanche) un avvoltoio, n? per quell'anno, n? nel precedente.
Poich? l'epidemia non cessava, il senato decret? che i decemviri consultassero i Libri Sibillini. Su loro decreto, su indetta una supplica della durata di un giorno (intero) [acc. tempo continuato].


IV

Celso, Medicina, V, 27 passim

Dal morso di un cane affetto dalla rabbia - qualora non si sia intervenuti tempestivamente - suole scaturire idrofobia [timor aquae]. (Si tratta di) una tipologia terribile di malattia, durante la quale colui che ne ? affetto [aeger] ? tormentato, contemporaneamente, dalla voglia di bere [siti] e dalla paura dell'acqua. Per chi ne viene colpito c'? poca speranza; si profila, comunque, un'unica cura: far cadere [proicere] (il malato) - senza ch'egli se lo aspetti [non opinantem] - in una vasca d'acqua [in piscinam] di cui egli non sospetti l'esistenza [non provisam (non mostrata) ante (prima) ei (a lui)]: se (il malato) non sa nuotare, prima lo si costringa - immergendolo [lett. immerso] (sott'acqua) - a bere, poi lo si risollevi (dall'acqua); se (invece) sa nuotare, lo si faccia (comunque) affondare per intervalli regolari [interdum], in modo da stornare, contemporaneamente, sia la sete che la paura dell'acqua.
Bisogna tuttavia ovviare ad un ulteriore pericolo: che una contrazione muscolare [distentio nervorum] colpisca letalmente [absumat] il corpo (del) malato immerso in acqua fredda. Per scongiurare tale evenienza, (il corpo) dev'essere immediatamente fatto uscire dalla vasca e cosparso di olio caldo.

Tradd. Bukowski
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