Data:
03/02/2003 18.46.10
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Cicerone, Filippiche, XIII, 6
"Ma incerto (sott. ?) l?esito della guerra. E? ASSOLUTO DOVERE [conviene rendere cos? "omnino"; anche se la tua trad. non ? inesatta] degli uomini forti, QUALI voi dovete essere, DIMOSTRARE IL (PROPRIO) CORAGGIO ? infatti ESSI SOLTANTO (NE) SONO IN GRADO ? e non temere L'AVVERSIONE del destino. Ma poich? DA QUESTO ORDINE (SOCIALE) non SI RICHIEDE solamente il coraggio, ma [verum etiam] anche la saggezza ? quantunque queste cose che tuttavia noi separiamo, a mala pena sembrano poter essere separate -, il coraggio ordina di lottare, accende l?odio LEGITTIMO, spinge a combattere, trascina verso il pericolo: E COSA (DIRE A RIGUARDO DEL)la saggezza? Si serve dei pi? prudenti consigli, LEGGE NEL FUTURO, ? ABBASTANZA PRUDENTE [comparativo assoluto] in ogni faccenda. DUNQUE che cosa propone? (CHE) bisogna, INSOMMA, OBBEDIR(LE) [parendum est] e GIUDICARE ottimo ci? che sia DELIBERATO IN MODO ragionevolissimo. SE (ESSA MI) INGIUNGE CHE nulla [costruz. praecipio + ne: comandare che non, laddove la negazione ? integrata nel "nulla"] io reputi pi? importante DELLA vita, CHE IO non MI VOTI [ovvero: che non mi esponga] AL pericolo della VITA, CHE IO EVITI ogni pericolo, LE chieder?: ?ANCHE SE, COSI' FACENDO [lett. quando avr? fatto ci?], SARO' COSTRETTO ALLA SERVITU' [ovvero, correr? il pericolo di essere ridotto?]??. Se ACCONSENTIRA' [legge dell'anteriorit? dei futuri], (certamente) io SIFFATTA saggezza, quantunque sia erudita, non ascolter??.
Trad. Kenpad-Bukowski
Saluti.
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