Data:
03/02/2003 18.48.41
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Cicerone, Filippiche, III, 3
C. Cesare Ottaviano - un adolescente, o, per meglio dire [potius], un fanciullo, (dotato) di un'intelligenza [mente] ed un coraggio incredibile e divino - quando, in quel frangente [tum, allora], il furore di Antonio ardeva al massimo grado [maxime] e si temeva un suo [di Antonio] crudele e funesto ritorno da Brindisi - senza neanche [ne? quidem] che noi avanzassimo richiesta, pensassimo o anzi solo sperassimo (in un suo [di Ottaviano] intervento), egli ha allestito [comparavit] un esercito invincibile [firmissimum] (reclutandolo) dall'invitta categoria dei soldati veterani, ed ha dilapidato (in questa opera di reclutamento) il proprio patrimonio [dunque, Ottaviano si crea un esercito "privato"]; per quanto dovrei correggere [non sum usus] il termine al quale ho fatto ricorso; egli, infatti [suppongo "enim"] non "ha dilapidato", (bens?) "ha investito" [conlocavit] (il proprio patrimonio) nella salvezza dello Stato.
Trad. Bukowski
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