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bukowski
plinio il vecchio - colossi   stampa
Data:
08/02/2003 1.15.15




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Plinio il Vecchio Naturalis Historia, XXXIV, 39-47

audaciae innumera sunt exempla. moles quippe excogitatas videmus statuarum, quas colossaes vocant, turribus pares. talis est in Capitolio Apollo, tralatus a M. Lucullo ex Apollonia Ponti urbe, XXX cubitorum, D talentis factus;
40 talis in campo Martio Iuppiter, a Claudio Caesare dicatus, qui devoratur Pompeiani theatri vicinitate; talis et Tarenti factus a Lysippo, XL cubitorum. mirum in eo quod manu, ut ferunt, mobilis ea ratio libramenti est, ut nullis convellatur procellis. id quidem providisse et artifex dicitur modico intervallo, unde maxime flatum opus erat frangi, opposita columna. itaque magnitudinem propter difficultatemque moliendi non attigit eum Fabius Verrucosus, cum Herculem, qui est in Capitolio, inde transferret.
41 ante omnes autem in admiratione fuit Solis colossus Rhodi, quem fecerat Chares Lindius, Lysippi supra dicti discipulus. LXX cubitorum altitudinis fuit hoc simulacrum, post LXVI annum terrae motu prostratum, sed iacens quoque miraculo est. pauci pollicem eius amplectuntur, maiores sunt digiti quam pleraeque statuae. vasti specus hiant defractis membris; spectantur intus magnae molis saxa, quorum pondere stabiliverat eum constituens. duodecim annis tradunt effectum CCC talentis, quae contigerant ex apparatu regis Demetrii relicto morae taedio obsessa Rhodo.
42 sunt alii centum numero in eadem urbe colossi minores hoc, sed ubicumque singuli fuissent, nobilitaturi locum, praeterque hos deorum quinque, quos fecit Bryaxis.
43 Factitavit colossos et Italia. videmus certe Tuscanicum Apollinem in bibliotheca templi Augusti quinquaginta pedum a pollice, dubium aere mirabiliorem an pulchritudine. fecit et Sp. Carvilius Iovem, qui est in Capitolio, victis Samnitibus sacrata lege pugnantibus e pectoralibus eorum ocreisque et galeis. amplitudo tanta est, ut conspiciatur a Latiari Iove. e reliquis limae suam statuam fecit, quae est ante pedes simulacri eius.
44 habent in eodem Capitolio admirationem et capita duo, quae P. Lentulus cos. dicavit, alterum a Charete supra dicto factum, alterum fecit ...dicus comparatione in tantum victus, ut artificum minime probabilis videatur.
45 verum omnem amplitudinem statuarum eius generis vicit aetate nostra Zenodorus Mercurio facto in civitate Galliae Arvernis per annos decem, HS || manipretii, postquam satis artem ibi adprobaverat, Romam accitus a Nerone, ubi destinatum illius principis simulacro colossum fecit CXIXS pedum in longitudinem, qui dicatus Soli venerationi est damnatis sceleribus illius principis.

39. (18) - Dell'audacia poi infiniti sono gli esempi. Vediamo infatti concepite delle moli di statue simili a torri : i cosiddetti colossi. Tale ? l'Apollo in Campidoglio portato da M. Lucullo da Apollonia citt? del Ponto (681/73), alto trenta cubiti e costato 500 talenti.
40. - Tale in Campo Marzio il Giove dedicato da Claudio imperatore, colosso per?, il quale come mangiato dalla vicina mole del Teatro di Pompeo; tale ? quello fatto a Taranto da Lysippos alto 40 cubiti. E' curioso in quest'ultimo il fatto che, mentre si pu? muovere con la mano, - cos? perfetto ? il sistema di equilibrio - d'altra parte esso resiste benissimo alle procelle. Si dice che l'artista abbia provveduto a questo scopo con una colonna posta a poca distanza e da quella parte in cui era pi? necessario rompere l'impeto dei venti. Pertanto, per la grandezza e le difficolt? di rimuoverlo Fabio Verrucoso non lo tocc?, mentre port? via di l? l'Ercole che ora ? in Campidoglio (545/209).
41. - Ma sopra tutti fu ammirato il Colosso di Rodi, opera di Chares Lindio (a. Cr. 227) discepolo di Lysippos. Fu dell'altezza di 70 cubiti questo simulacro, il quale poi cadde a terra dopo 66 anni a causa di un terremoto; ma anche a terra ? uno spettacolo meraviglioso. Pochi arrivano ad abbracciare il pollice; le sue dita sono pi? grosse di molte statue. Vaste caverne si aprono nelle fratture delle membra; e dentro si vedono dei sassi di grande mole, col peso dei quali l'artista aveva consolidato la massa durante la costruzione. Dicono che fu fatto in 12 anni e con 300 talenti che si eran ricavati dalla vendita del macchinario bellico abbandonato davanti a Rodi dal re Demetrio stanco del prolungarsi dell'assedio.
42. - Sempre a Rodi vi sono altri cento colossi minori di questo, ma che renderebbero famoso il luogo ovunque un solo di essi si trovasse; e inoltre cinque statue colossali di dei, opera di Bryaxis.
43. - Anche l'Italia ha creato i suoi colossi. Noi vediamo almeno l'Apollo Tuscanico nella Biblioteca del tempio di Augusto, alto 50 piedi dal dito grosso del piede (alla testa), non saprei se pi? mirabile per il color del bronzo o per la bellezza della statua. Inoltre Spurio Carvilio fece il Giove che ? in Campidoglio, dopo la vittoria sui Sanniti che combattevano con legge sacra (461/293), usando le loro corazze, i gambali e gli elmi; ? cos? alto che si vede dal Giove Laziario sul Monte Albano. Coi residui della limatura Carviglio fece la sua statua che ? davanti ai piedi del simulacro.
44. - Sempre in Campidoglio sono ammiratissime due teste colossali che il console Publio Lentulo dedic? (697/75); una fatta da Chares sopra ricordato (34, 41), l'altra le fece (....)dikos, di tanto inferiore confrontato col primo, da sembrare un artista di poco conto.
45. - Ma ogni grandezza, in fatto di statue di questo genere, l'ha superata ai nostri giorni Zenodoros col Mercurio fatto per gli Arverni in Gallia durante 10 anni di lavoro, e per un costo di 40 milioni di sesterzi. Costui, dopo che ebbe dato cos? bella prova della sua arte, fu chiamato da Nerone a Roma, dove fece il colosso destinato a simulacro di quell'imperatore, alto piedi 119,5; questo colosso fu dedicato al Sole e quindi divenne oggetto di venerazione quando fu dannata la memoria delle scelleratezze del principe.

Fonte: http://www.paleolithicartmagazine.org...
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