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Mittente:
bukowski
Re: LE VERRINE   stampa
Data:
11/02/2003 1.43.36




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Cicerone, Contro Verre, IV, 94-95 passim

Clamor a vigilibus fanique custodibus tollitur; qui primo cum obsistere ac defendere conarentur, male mulcati clavis ac fustibus repelluntur. Postea convulsis repagulis ecfractisque valvis demoliri signum ac vectibus labefactare conantur. Interea ex clamore fama tota urbe percrebruit expugnari deos patrios, non hostium adventu necopinato neque repentino praedonum impetu, sed ex domo atque ex cohorte praetoria manum fugitivorum instructam armatamque venisse.
[95] Nemo Agrigenti neque aetate tam adfecta neque viribus tam infirmis fuit qui non illa nocte eo nuntio excitatus surrexerit, telumque quod cuique fors offerebat arripuerit. Itaque brevi tempore ad fanum ex urbe tota concurritur. Horam amplius iam in demoliendo signo permulti homines moliebantur; illud interea nulla lababat ex parte, cum alii vectibus subiectis conarentur commovere, alii deligatum omnibus membris rapere ad se funibus. Ac repente Agrigentini concurrunt; fit magna lapidatio; dant sese in fugam istius praeclari imperatoris nocturni milites.


Si levano grida d'allarme da parte degli uomini della ronda e dei custodi del santuario; in un primo momento essi, nel tentativo di resistere all'aggressione e di organizzare la difesa, vengono ridotti a mal partito e respinti a colpi di mazza e di bastone. Subito dopo gli aggressori, divelti i chiavistelli e sfondati i battenti, tentano di rimuovere la statua e di scalzarla facendo leva con dei pali. Intanto, in seguito alle grida si diffuse per l'intera citt? la notizia che gli d?i della patria erano assaliti non gi? dall'arrivo imprevisto di nemici o dall'attacco fulmineo di corsari: una masnada di banditi, ben equipaggiata e armata, si era mossa dal palazzo del governatore, composta di membri della coorte pretoria.
95 Ad Agrigento non ci fu nessuno, n? di et? cosi avanzata n? cosi debole di forze che in quella notte, svegliato da una simile notizia, non sia balzato in piedi e non abbia afferrato la prima arma che gli capitava sottomano. Perci? in breve tempo da tutta quanta la citt? la gente accorre in massa verso il santuario dove, ormai da pi? di un'ora, una folla di persone si affannava a rimuovere la statua; questa intanto non vacillava da nessuna parte, nonostante che alcuni tentassero di smuoverla facendo leva coi pali e altri cercassero di farla inclinare dalla loro parte tirandola con le funi con cui avevano legato tutte le sue membra; ma a questo punto piombano loro addosso gli Agrigentini accorsi in massa. Ne nasce una fitta sassaiola; i soldati amici della notte di questo nostro illustrissimo generale se la danno a gambe.

Trad. L. Fiocchi
  LE VERRINE
      Re: LE VERRINE
 

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