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bukowski
Re: Seneca   stampa
Data:
11/02/2003 22.09.27




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Seneca, Lettere a Lucilio, 52, passim

Eligamus non eos qui verba magna celeritate praecipitant et communes locos volvunt et in privato circulantur, sed eos qui vita docent, qui cum dixerunt quid faciendum sit probant faciendo, qui docent quid vitandum sit nec umquam in eo quod fugiendum dixerunt deprehenduntur; eum elige adiutorem quem magis admireris cum videris quam cum audieris. [9] Nec ideo te prohibuerim hos quoque audire quibus admittere populum ac disserere consuetudo est, si modo hoc proposito in turbam prodeunt, ut meliores fiant faciantque meliores, si non ambitionis hoc causa exercent. Quid enim turpius philosophia captante clamores? numquid aeger laudat medicum secantem? [10] Tacete, favete et praebete vos curationi; etiam si exclamaveritis, non aliter audiam quam si ad tactum vitiorum vestrorum ingemescatis.

[Tra i vivi, per?] scegliamo non quelli che parlano a rotta di collo ripetendo luoghi comuni e anche in privato discorrono come ciarlatani, ma quelli che insegnano con la loro stessa vita, che ci dicono che cosa dobbiamo fare e lo dimostrano con i fatti, che ci indicano cosa bisogna evitare e non vengono mai sorpresi a compiere le azioni che ci avevano esortato a fuggire; scegli come guida un uomo di cui ammiri pi? gli atti che le parole. 9 Non ti proibirei nemmeno di ascoltare chi ha l'abitudine di raccogliere la folla intorno a s? e di dissertare, purch? si mostri in pubblico col proposito di migliorare se stesso e gli altri e non agisca per ambizione. Non c'? niente di pi? vergognoso della filosofia che va in cerca di applausi. L'ammalato pu? forse lodare il medico che lo opera? 10 Tacete e sottoponetevi di buon grado alla cura; anche se griderete la vostra approvazione, vi ascolter? come se gemeste perch? tasto le vostre magagne.


Seneca, Lettere a Lucilio, 93, passim

Non ut diu vivamus curandum est, sed ut satis; nam ut diu vivas fato opus est, ut satis, animo. Longa est vita si plena est; impletur autem cum animus sibi bonum suum reddidit et ad se potestatem sui transtulit. [3] Quid illum octoginta anni iuvant per inertiam exacti? non vixit iste sed in vita moratus est, nec sero mortuus est, sed diu. 'Octoginta annis vixit.' Interest mortem eius ex quo die numeres. 'At ille obiit viridis.' [4] Sed officia boni civis, boni amici, boni filii executus est; in nulla parte cessavit; licet aetas eius inperfecta sit, vita perfecta est. 'Octoginta annis vixit.' Immo octoginta annis fuit, nisi forte sic vixisse eum dicis quomodo dicuntur arbores vivere. Obsecro te, Lucili, hoc agamus ut quemadmodum pretiosa rerum sic vita nostra non multum pateat sed multum pendeat; actu illam metiamur, non tempore.

Non dobbiamo cercare di vivere a lungo, ma di vivere abbastanza; vivere a lungo dipende dal destino, dalla nostra anima vivere quanto basta. La vita ? lunga se ? piena, e diventa tale quando l'anima ha riconsegnato a se stessa il suo bene e ha preso il dominio di s?. 3 Che cosa servono a quel tizio ottant'anni trascorsi nell'inerzia? Costui non ? vissuto, ma si ? attardato nella vita, e non ? morto tardi, ma lentamente. "? vissuto ottant'anni." L'importante ? da che giorno calcoli la sua morte. 4 "Invece quell'altro ? scomparso nel fiore degli anni." Ha adempiuto, per? ai doveri di onesto cittadino, di fedele amico, di buon figlio; mai ? venuto meno ai propri obblighi; anche se ? incompleta la sua et?, ? completa la sua vita. "? vissuto ottant'anni." Anzi ? esistito per ottant'anni, a meno che tu non dica che ? vissuto, cos? come si dice che gli alberi vivono. Ti scongiuro, Lucilio mio, facciamo in modo che la nostra vita, come tutte le cose preziose, non conti per la sua estensione, ma per il suo peso; misuriamola dalle azioni, non dal tempo.

Fonte: www.bibliomania.it
  Seneca
      Re: Seneca
 

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