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Mittente:
bukowski
Re: IL RE MIDA   stampa
Data:
17/02/2003 3.42.56




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Igino, Favole, Mida

Mida - re della Frigia [lett. frigio - Mygdonius] e figlio della dea Madre - fu scelto [sumptus est - sumo] da Timolo [era padre il di Tantalo] in qualit? di arbitro [ritengo tu abbia saltato "arbiter", che d? senso al contesto] nell'occasione in cui Apollo sfid? Marsia - altrimenti detto [vel] Pan - in una gara di flauto. Sebbene [cum concessivo] Timolo assegnasse la vittoria ad Apollo, Mida disse ch'essa doveva andare piuttosto a Marsia. Al che, Apollo - indignato(si) - disse a Mida: "Ti cresceranno [lett. avrai] orecchie pari al senno [cor; propr. cuore] che hai avuto nell'esprimere il tuo giudizio". All'udire tali parole, (a Mida) crebbero (appunto) orecchie d'asino [lett. avvenne che?].
A quel tempo, Dioniso [Liber pater] stava conducendo un esercito alla volta dell'India: Sileno [satiro, mitico precettore ed inseparabile compagno di Dioniso] smarr? la strada. Mida (tuttavia) gli diede cordiale ospitalit? e (anzi lo) mun? di una guida [ducem] che (mostrandogli il percorso esatto) lo riconducesse [ relativa finale] al s?guito [ovvero, alla "carovana"] di Dioniso.
Al che, Dioniso - in segno di riconoscenza [conviene rendere cos?: ob beneficium; lett. per il favore (ottenuto)] - diede a Mida facolt? di esprimergli un qualunque desiderio (ch? sarebbe stato esaudito) [lett. costr. dedit potestatem deoptandi ut peteret (qui regge l'a/ab + abl. della persona alla quale ? rivolta la richiesta) a se quicquid vellet].
Il desiderio espresso da Mida fu che [quod Midas petiit ut?] ogni cosa ch'egli avesse toccato, si tramutasse oro. Una volta esaudito, giunto che fu alla reggia, (effettivamente) ogni cosa che toccava [lett. piucchpf.; con una certa libert? si potrebbe dire ch'? un tempo "logico", dato che l'azione del toccare, nel contesto, precede necessariamente quella del trasformarsi (in oro); in ragione di ci?, si pu?, senza errore, rendere con l'imperf. in it.] si tramutava in oro.
Attanagliato oramai dai morsi della fame [dato che, appunto, ogni volta toccava cibo, questo si tramutava in oro], (Mida) scongiur? Dioniso di liberarlo da quell'ingannevole [speciosum] dono; Dioniso (allora) gl'ingiunse d'immergersi nelle acque del fiume Pactolo: non appena il suo [di Mida] corpo ebbe sfiorato l'acqua, (l'acqua stessa) si tinse d'oro. Ecco perch? tale fiume, oggi, viene chiamato, in Lidia, Chrysorrhoas [da chryso-, che in greco vuol dire appunto "d'oro"].

Trad. Bukowski
  IL RE MIDA
      Re: IL RE MIDA
 

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