Data:
18/02/2003 3.02.37
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Celso, Medicina, VIII, 1 passim
La primavera, dunque, ? la stagione che pi? giova, in assoluto, alla salute, segu?ta a ruota dall'inverno. L'estate (invece) porta pi? insidie che giovamenti, (mentre) l'autunno ? la stagione decisamente pi? pericolosa. Insomma, delle stagioni [partitivo], le migliori (per la salute) sono quelle a clima costante [aequales], calde o fredde che siano; le peggiori (invece) sono quelle sottoposte a grandi sbalzi di temperatura [segui piuttosto questa punteggiatura, invece che la tua, inesatta e forviante: ex tempestatibus vero optimae aequales sunt, sive frigidae sive calidae; pessimae, quae maxime variant]; se ne conviene che l'autunno fa ammalare parecchia gente. Infatti, a mezzogiorno e dintorni fa caldo, (mentre) di notte, di mattina presto e anche verso sera fa freddo. Il fisico - dunque - abituato al [lett. mitigato dal] calore estivo e successivamente al calore dei meriggi (autunnali), si trova improvvisamente esposto al freddo. In realt?, da una parte questa eventualit? si verifica soprattutto in autunno [eo tempore], dall'altra, in qualunque stagione si verifichi, ? (comunque sempre) nociva. Nelle stagioni a clima costante, sono particolarmente salubri i giorni di sereno; preferibili i giorni piovosi a quelli soltanto nuvolosi, ovvero coperti; d'inverno, sono perfetti i giorni non ventilati; d'estate, quelli durante i quali soffia lo zefiro. Se soffia un altro tipo di venti (invece che lo zefiro), (c'? da sapere) che i venti che soffiano dal nord sono pi? salubri rispetto ai venti di levante o meridionali [austri]: anche se talora incidono, sulla loro variabilit?, le zone da essi interessate: ad esempio, qualunque vento proveniente dalle terre mediterranee ? salubre, mentre se viene dal mare ? pernicioso [in questi ultimi periodi, la trad. ? libera, ma il senso e la costruzione sono chiarissimi]. Infine, da ottimali condizioni climatiche non dipende soltanto un migliore stato di benessere fisico; anche eventuali malattie (in tali condizioni) risultano meno pericolose e guariscono pi? in fretta.
Trad. Bukowski
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