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bukowski
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Data:
28/02/2003 21.39.23




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Minucio Felice, Ottavio, 37 passim

(LA FORTEZZA DEI MARTIRI CRISTIANI)

Che meravigliosa prova [lett. spettacolo, vista] (? offerta) a Dio, quando un Cristiano si misura [nel senso di: combatte] col dolore! [la coordinazione conviene renderla in modo elegante con una serie di esclamazioni]. Quando affronta (con coraggio) [lett. componitur, "si mette a fronte", termine utilizzato nella lotta, secondo l'analogia precedente di "congreditur"] le minacce, le punizioni e le torture (cui viene sottoposto)! Quando ridicolizza [lett. calpesta irridendo] lo spauracchio [lett. il suono sinistro, sgradevole] della morte e l'orrore del carnefice [il gen. ? oggettivo]! Quando fa valere [lett. innalza] la propria libert? (spirituale) contro (i soprusi e le pretese d'obbedienza di) re e principi, e si prostra dinanzi al solo Dio suo Signore [cuius est]! Quando (infine), trionfante e vittorioso, ribalta l'insulto e l'ingiuria contro colui che, per primo, l'aveva insultato e ingiuriato [un po' libera, ma facilissima]. Egli [il cristiano martirizzato], infatti, ? risultato vincitore, perch? ha ottenuto ci? per cui ha combattuto [un po' libera, ma facilissima]. Quale soldato (del resto) non sfiderebbe [provocet; cong. potenziale] il pericolo, con grande audacia, sotto gli occhi del (proprio) comandante? Nessuno, infatti, riceve ricompensa prima della prova; e, di contro, un (semplice) condottiero non pu? dare [lett. non d?] ci? che non ha: (ovvero) non pu? rendere l'immortalit? [lett. perpetuare la vita]; pu? (solo limitarsi ad) onorare il buon servizio reso dal soldato [lett. la milizia].
Ma il Soldato di Dio non viene meno nel dolore, n? muore con la morte fisica [l'integrazione ? d'obbligo, dato che s'intende che la sua anima continuer? a vivere eternamente accanto a Dio]. E cos?, seppur il Cristiano pu? dar la (superficiale) [ovvero, agli occhi del "mondo"] impressione d'essere misero, egli invero, nel suo intimo, non ? tale [lett. non pu? essere trovato (tale); e qui, agli occhi dello Spirito].



Minucio Felice, Ottavio, 5 passim

(IL PAGANO CECILIO NEGA LA PROVVIDENZIALITA' DI DIO)

I fulmini vengono gi? dal cielo [cadunt] a casaccio [passim; ovvero colpiscono la terra un po' ovunque, senza criterio]: scagliano la loro violenza contro le montagne, s'abbattono contro gli alberi. Altrettanto indifferentemente [lett. sine dilectu, senza scelta, criterio: e dunque, anche qui a casaccio] bersagliano luoghi sacri e profani, colpiscono peccatori [homines noxios] e, ben volentieri [saepe], (anche) anime devote! Per non parlare poi [lett. quid loquar, perch??; render? questa forma interrogativa retorica, e maggior parte delle seguenti, in forma esclamativa, ch? in italiano ha pi? forza e vigore] delle tempeste, (che scoppiano) imprevedibili [varias et incertas], a causa delle quali viene stravolta [lett. viene fatta voltolare], senza alcun ordine o principio [propr. (senza) ponderatezza].
(E del fatto che) nei naufragi vengono coinvolte indifferentemente [mixta] le vite [lett. i destini] e dei buoni e dei cattivi, senza distinguerne [lett. confusa] i (cattivi o buoni) meriti! Negli incendi trovano morte sia i colpevoli che gl'innocenti [insontium]! Quando una regione viene contaminata da un'epidemia celeste [era credenza che le pesti dipendessero da particolari congiunzioni astrali], (ebbene non) si diffonde una morte indiscriminata [lett. tutte le cose?]? E quando scoppia una guerra sanguinosa, non sono piuttosto gli uomini migliori a soccombere? Ma (a dire il vero) anche in tempo di pace, non solo il peccato viene considerato allo stesso livello [aequatur] del Bene [nota come il termine negativo viene reso con un sostantivo "astratto", mentre il termine positivo con la "pluralit? concreta degli uomini buoni"], ma viene addirittura onorato [colitur], al punto che [ut] - in una comunit? [in pluribus] - tu non saresti in grado di sapere [nescias] se sia da biasimarne la dissolutezza o (piuttosto) auspicarne la felicit?.
E allora, se il mondo fosse (davvero) governato dalla divina provvidenza e dalla potenza [auctoritate] di un qualche dio, Falaride [crudele tiranno di Agrigento] non avrebbe mai avuto [lett. meritato] un regno [ovvero, non avrebbe mai avuto modo di esercitare la sua crudele tirannide], n? Socrate (avrebbe mai meritato di bere) la cicuta [venenum].

Tradd. Bukowski
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      Re: TRADUZIONE
 

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